Caro presidente al Vajont era meglio solo che male accompagnato

In occasione del 60° anniversario del disastro del Vajont, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato nei luoghi della tragedia. Il Capo dello Stato ha deposto una corona in memoria delle vittime del Vajont al cimitero di Fortogna. Successivamente è intervenuto alla cerimonia commemorativa nel corso della quale hanno preso la parola Massimiliano Fedriga, Presidente Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia e Luca Zaia, Presidente Regione Veneto. La cerimonia si è conclusa con l’intervento del Presidente Mattarella.
Ebbene questo il testo della nota stampa del Quirinale. Va detto che la “cerimonia” con esclusione dell’intervento del Presidente, che riportiamo in calce integralmente è stata l’ennesima messa cantata che si è materializzata nella scelta che a rappresentare (e parlare)  il popolo ferito dalla tragedia prima, e da decenni di colpevole silenzio dello Stato dopo, sono stati chiamati i Presidenti delle Regioni Fedriga e Zaia.  Non hanno parlato i sindaci dei comuni distrutti e violentati dalle logiche del profitto che, diciamolo, dopo 60 anni sono è  ancora  saldamente al potere, ma che paradossalmente trova sempre di più nella stampa, non innocenti chierichetti muniti di fumosi aspersori.  Cosa ci rimane di questa commemorazione, le possiamo racchiudere in un passo del discorso pronunciato dal Presidente la cui immagine solitaria sul camminamento della diga della vergona è l’effige della giornata. “La tragedia che qui si è consumata reca il peso di gravi responsabilità umane, di scelte che venivano denunziate, da parte di persone attente, anche prima che avvenisse il disastro. Assicurare una cornice di sicurezza alla nostra comunità significa saper apprendere la lezione dei fatti e saper fare passi avanti”. Tutto drammaticamente vero e tutto drammaticamente attuale.

Intervento del Presidente della Intervento presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel 60° anniversario del disastro del Vajont

 

Vajont, l’anniversario della strage che si fa spettacolo, ma di disastro in disastro l’Italia resta smemorata fra stragi e giustizia “aggiustata”