Cartelli “zona controllo del vicinato” conseguiti risultati, ma….”
Il controllo del vicinato, si legge in una lettera inviataci da Renzo Della Valentina che si definisce un pensionato a cui piace la legalità, è un “istituto”, se tale può essere definito, nato sulla scorta delle famigerate “ronde” di maroniana memoria e sulle ceneri di plurimi interventi di annullamento in tale materia dai Giudici amministrativi. “Da un punto di vista socio-politico, scrive Della Valentina, osservo che i gruppi di persone che fanno parte ed operano con tali forme di controllo, spesso, al di là del nome della struttura formale che a loro viene concessa dalla legislazione, di fatto, e cioè nei loro interventi concreti, si distinguono per gli esiti unicamente nei confronti di barboni, migranti di colore, venditori ambulanti, etc.. Ciò tanto da sembrare motivati, non tanto da giuste pulsioni nei confronti della criminalità, ma dalla volontà di repressione avverso i soliti miserabili. Affermo ciò perché ritengo sia sicuramente preferibile che l’attività repressiva e di tutela della pubblica sicurezza sia lasciata ai professionisti della materia e quindi diretti dal Governo, piuttosto che a cittadini e collaboratori di quartiere privi di professionalità e spesso mossi da istinti populisti della peggior specie”. “Va pian piano affermandosi nell’opinione pubblica, spiega il pensionato, ma anche nelle pronunce della Corte Costituzionale, una attenzione particolare all’intangibilità dello Stato, della sua struttura e delle sue funzioni in primis sanità ed ordine pubblico in cui è maggiore la propaganda populista e disaggregante della destra politica, sulla scia della folle proposta dell’ autonomia differenziata. Fatte queste considerazioni a seguito delle denunce pubbliche, un primo risultato sembra essere conseguito, infatti il Direttore dell’E.D.R. (Ente di decentramento regionale) Provinciale di Pordenone ha rassicurato (telefonicamente) che quanto prima invierà a tutti i Sindaci dei Comuni della Provincia di Pordenone, direttive secondo le quali tutti i cartelli di che trattasi, situati ai bordi delle strade ex Provincia devono essere tolti perché non previsti dal Codice Stradale. Qualora ciò non accadesse in tempi brevi, l’E.D.R. provinciale provvederà d’ufficio con addebito delle relative spese ai Comuni inadempienti. Un risultato importante, spiega Della Valentina, ma non sufficiente dato che rimane una vasta zona scoperta, cioè le strade comunali dove sono stati accertati numerosi cartelli “Zona controllo del vicinato”, collocati lungo le vie interne, sulle quali l’E.D.R. provinciale non è competente.