Caso Bini: domani in aula la mozione di censura delle opposizioni con la richiesta di dimissioni
“I conflitti di interesse e la vicenda delle compravendite immobiliari dell’assessore regionale Sergio Emidio Bini hanno gettato discredito su tutta la politica e sulla credibilità delle istituzioni. A fronte del silenzio del presidente Fedriga e di imbarazzate difese d’ufficio, ribadiamo la richiesta di dimissioni dell’assessore”. A chiederlo in una nota sono i Gruppi delle Opposizioni (Partito democratico, Patto per l’Autonomia-Civica Fvg, Gruppo Misto per M5S, Open Sinistra Fvg, Alleanza Verdi e Sinistra) e che oggi, nel corso di una conferenza stampa, hanno illustrato la mozione di censura presentata dal Pd e che verrà discussa domani in Consiglio regionale. “Attraverso di essa – spiega il capogruppo dem Diego Moretti, annunciando anche un accesso agli atti rivolto al segretariato della Regione – vogliamo fare chiarezza su una vicenda oscura che fa venir meno, per il ruolo che Bini ha all’interno dell’amministrazione regionale, la credibilità della politica rispetto ai cittadini. Per questo ribadiamo la richiesta di dimissioni di Bini, rafforzate dal silenzio di queste settimane del presidente Fedriga che non ha avuto né tempo, né voglia, evidentemente imbarazzatissimo, di difendere il suo assessore. Per non parlare delle imbarazzate difese d’ufficio dei consiglieri di Centrodestra rispetto a un tema che è molto più grave di quello che appare e che mette in grave risalto il rapporto tra affari e politica”. In sostanza Bini che, ricordiamo, non è stato eletto ma nominato dal presidente Fedriga, è sotto esame, non di maturità ma di serietà ed etica politica. Purtroppo ci permettiamo di prevedere che intorno all’assessore si alzerà un muro difensivo, del resto a parlare è stato il silenzio di queste settimane da parte di Fedriga che, in realtà, è il vero responsabile della situazione. Una pubblicità del passato, un carosello, promozionava latticini e diceva “La fiducia è una cosa seria… e si dà alle cose serie”, Bini non è una mozzarella o un formaggino, ma è chiaro che quella di domani, fossimo un paese serio, sarebbe la sua data di scadenza. E’ facile prevedere invece che la maggioranza di centrodestra farà spallucce lasciando Bini al suo posto e cancellando con un voto di maggioranza la vicenda. Da parte sua l’opposizione promette battaglia, lo ha dichiarato chiaramente il capogruppo di Patto-Civica Fvg, Massimo Moretuzzo, “andremo fino in fondo per rendere evidenti gli elementi di criticità di una vicenda che pone tutta una serie di questioni di opportunità. Auspico una presa di posizione del presidente Fedriga, che finora non c’è stata, incomprensibilmente. Fa specie poi che il diretto interessato, l’assessore Bini, abbia ritenuto di non rilasciare dichiarazioni fatta eccezione per un’intervista a un organo di stampa regionale. Domani, nella seduta d’Aula, avrà l’opportunità di far luce sulla vicenda. Diversamente, attiveremo tutti gli strumenti a disposizione del Consiglio regionale affinché chiarezza sia fatta”. Infine, la consigliera regionale del M5s e capogruppo del Misto, Rosaria Capozzi, spiega che “abbiamo deciso di sostenere la mozione del collega Moretti perché se l’assessore Bini fosse intellettualmente onesto si dimetterebbe da solo, altrimenti il presidente Fedriga dovrebbe togliergli le deleghe. L’acquisto che Bini ha concluso con Mediocredito è, per usare un eufemismo, singolare visto che all’epoca dei fatti la Regione deteneva il 47% delle quote di Mediocredito. L’operazione può anche non aver violato leggi e regolamenti, ma è alquanto atipico e discutibile che un amministratore regionale abbia rapporti non istituzionali con una società partecipata regionale, è palese che vi sia un evidente inopportunità dell’operazione rispetto al ruolo ricoperto. Inopportunità confermata anche dalla questione emersa nel Consiglio scorso sulla posizione ricoperta in Euro & Promos”.