“Caso Depuratore di Lignano Sabbiadoro” presentato un libro bianco. Nel mirino l’impianto e l’indifferenza dei “controllori”

Quella del depuratore di Lignano Sabbiadoro è probabilmente la classica storia nel solco di “Davide contro Golia”, ma purtroppo al momento la “fionda” di Davide è stata inefficace e un Golia che gode di enormi quanto per alcuni versi difficilmente spiegabili scudi politici, continua a fare i propri affari. Ma giustamente il nostro “Davide” al secolo Marino Visintini referente dell’Osservatorio Civico contro le illegalità del Friuli V.G, non demorde e anzi rilancia, presentando un “Libro bianco sul “Caso Depuratore di Lignano Sabbiadoro”. Così questa mattina a Udine, presso il “Caffè da Caucigh” è stato reso disponibile il corposo lavoro di ricostruzione di anni  di osservazione, studi e denunce sull’impianto che dovrebbe garantire la qualità delle acque reflue e fognarie che finiscono nella  laguna di Marano e nel mare di quelle che sono considerate le perle turistiche del Fvg: Grado e Lignano. Alla presentazione del “Libro” sono intervenuti il principale autore Marino Visintini, referente dell’Osservatorio Civico contro le illegalità del Friuli V.G. e Cristian Sergo, oggi coordinatore territoriale del MoVimento 5 Stelle ma che da consigliere regionale si è occupato in maniera attiva della vicenda. Ad aprire i lavori della mattinata è stato proprio Visintini che ha spiegato come sul “Caso Depuratore di Lignano Sabbiadoro”- nessuna risposta è arrivata dalle istituzioni. “Sono quasi 8 anni che stiamo seguendo e denunciando i problemi del depuratore di Lignano Sabbiadoro: inascoltati, isolati e oggetto di intimidazioni”. L’Osservatorio Civico contro le illegalità del Friuli V.G ha spiegato l’ambientalista, da tempo si interessa delle problematiche relative alle condizioni della Laguna di Grado e Marano e dell’Alto Adriatico che sono corpi ricettori di scarichi antropici ed industriali, ma anche sulle responsabilità, violazioni delle normative, violazioni delle procedure LLPP, controlli e discrasie. Per questo abbiamo raccolto tutto il materiale disponibile dal 2017 ad oggi in questo Libro Bianco”. La speranza di Visintini è che dinanzi alla mole di dati e denunce qualcuno fra “chi di dovere” decida di aprire doverose indagini, perchè, ha spiegato, esistono gravi rischi ambientali e sanitari in Laguna di Marano che non hanno trovato ancora riscontro nelle Autorità competenti (Comune, Regione F.V.G., Ministero dell’Ambiente, Autorità Giudiziaria, ecc) che doverebebro intervenire a tutela dell’ambiente e della salute pubblica, oltreché a tutela della corretta amministrazione del denaro pubblico. “Una situazione che si ritiene intollerabile se consideriamo, spiega ancora Visintini, che anche a luglio 2024 c’è stato il superamento del limite consigliato per gli escherichia coli e una settimana fa è stata emessa l’ennesima ordinanza che attesta la presenza di salmonella nelle vongole lagunari senza che nessuno si sia preso l’onere di dirlo pubblicamente”. “La volontà di presentare quello che abbiamo chiamato “libro bianco” , ha tratto anche impulso dalle dichiarazioni ufficiali degli organi di rappresentanza di Legambiente in occasione del passaggio della Goletta Verde in data 12 e 13 agosto 2024 a Monfalcone. In esse si rappresenta che “ i limiti di legge per gli enterococchi è stato superato all’impianto di depurazione di Lignano che viene dichiarato in sofferenza e va assolutamente potenziato”. Viene esplicitato quindi il nesso tra l’impianto e l’inquinamento dichiarando un allarme per la sua insufficienza a trattare le portate ad esso affluenti. “L’osservatorio Civico contro le illegalità del Friuli V.G. spiega ancora Visintini, da 8 anni richiede che sull’impianto venga svolto un accertamento tecnico per verificare la sua adeguatezza a trattare le portate generate dal territorio comunale e la rispondenza alle normative per gli impianti che scaricano in zone sensibili senza però aver mai ricevuto risposta alcuna, neppure sulla vicenda ancora opaca sull’esistenza di collaudi completi sull’impianto.  Ma in questo non siamo soli, spiega il referente dell’Osservatorio, in quanto dal libro bianco emerge che anche altri soggetti più qualificati di noi non hanno ricevuto risposte e quelle poche solo autoreferenziali e/o assertive di fronte invece ad argomentazioni tecniche ampiamente documentate. Pare emergere la volontà di ignorare i gravissimi danni provocati all’ambiente continuatamente per lasciare libertà d’azione ai manovratori senza considerare che i cittadini pagano il dovuto per un servizio non reso o incompleto”.
“Per tutto questo come Osservatorio Civico contro le illegalità del Friuli Venezia Giulia conclude Visintini, ci sentiamo eticamente obbligati ad intervenire. Per questo abbiamo deciso di raccogliere nel “Libro bianco “, la maggior parte dei servizi giornalisti, ma anche atti istituzionali, compiuti in questi anni sul tema che, alla fine, trova la costante negazione dei problemi da parte di chi sarebbe demandato alla gestione e da chi, per ruolo politico istituzionale, dovrebbe vigilare ed indirizzare corrette azioni di sviluppo e completamento (in effetti mai compiuto ma sempre negato) di quel impianto così come di altri, che registrano criticità che nel tempo potrebbero creare non pochi problemi alla vivibilità di territori e soprattutto alle aree costiere e marine. Quello che si evince dall’impressionante mole di articoli ed atti, spiega Visintini è che il problema non si vuole risolvere, per ragioni non certo trasparenti e sulle quali viene da pensare male, preferendo la negazione e la sottovalutazione nonostante siano palesi le problematiche create da un funzionamento claudicante degli impianti. Aggiungiamo a questo la palese inerzia della vigilanza e di azioni di giustizia che, pur sollecitate, sembrano aver deciso di ignorare la problematica in una logica che temiamo sia quella di non disturbare il manovratore politico. Il problema è che l’inquinamento non sparisce, anche diluito, resta una spada di Damocle sull’ambiente e sulla salute di tutti gli esseri viventi, umani compresi. La politica degli struzzi alla fine rischia di deflagrare producendo danni impensabili. Ci riserviamo di inoltrare il documento agli enti istituzionali di riferimento che possono, alla fine, intervenire in maniera risolutiva come da noi più volte richiesto”.

Le contraddizioni dell’impiando secondo Cristian Sergo 
A fare il punto sullo stato dell’arte del mitico depuratore ci ha pensato, come accennato in apertura l’ex consigliere regionale M5s Cristian Sergo che ha spiegato come della vicenda il suo Movimento continui ad occuparsi anche a livello istituzionale tramite la consigliere regionale Rosaria Capozzi che fra l’altro ha recentemente depositato un’interrogazione alla Giunta Fedriga. La domanda che si pone Sergo, e che per dire il vero attanaglia anche noi, è semplice: “ E’ possibile che nessuno si interroghi su quanto avviene al Depuratore di Lignano?” Infatti “gli ultimi dati resi noti da Arpa FVG, spiega Sergo, attestano che anche con l’accorgimento di non considerare i singoli campionamenti ma tutti quelli verificati nel corso dell’anno solare il depuratore di Lignano rischia di superare i limiti imposti per il parametro escherichia coli. Come denunciato quest’estate da Legambiente l’impianto è in sofferenza e va potenziato, ma dal 1999”. “I verbali di Arpa sono inequivocabili, non solo per i superamenti dei parametri batteriologici imposti dalle autorizzazioni o suggeriti dalle norme in materia ambientale, come abbiamo già denunciato un anno fa, ma anche per le modalità di gestione dei reflui che scaricano in area sensibile, quale è il Mare Adriatico settentrionale. Qui il trattamento dovrebbe esser non solo di tipo secondario, ma addirittura più spinto per abbattere il fosforo e l’azoto nel mare, i quali, va ricordato, determinano un incremento della produzione primaria e della biomassa algale con conseguente diminuzione della qualità delle acque. Intanto dai verbali di Arpa FVG abbiamo scoperto che a febbraio in tempo di secco il Depuratore trattava 614 mc/h di media ed era in manutenzione straordinaria. Quasi al massimo di quanto è autorizzato a trattare ed era febbraio”. “Ma non solo il M5S, Legambiente, l’Arpa e l’Osservatorio Civico accertano le difficoltà dei depuratori della nostra Provincia, spiega Sergo, è il Cafc stesso a farlo. Basta leggere il bilancio di sostenibilità del 2023 recentemente presentato per vedere come la capacità di abbattimento del fosforo stia crollando e come i numeri di campioni non conformi, nonostante le più favorevoli modifiche che tengono conto di medie annuali e non dei singoli prelievi, sia ancora superiore all’8%. D’altronde finché le autorizzazioni allo scarico attestano che la portata gestita dal depuratore di Lignano è uguale a quella della ben più limitata città di Grado, oppure che a febbraio il Depuratore di Lignano ha una portata in tempo secco di poco inferiore a quella che è autorizzato a trattare ad agosto, forse è bene che qualcuno capisca che a Lignano abbiamo un problema”.

Queste le due tabelle presenti nell’ultimo bilancio di sostenibilità presentato dal Cafc il 12 settembre 2024

Riepilogo del Libro Bianco:

– quasi 150 articoli di giornali
– alcuni video su Youtube
– n.5 tra interrogazioni e mozioni presentate in Regione da Cristian Sergo
– n. 6 esposti presentati da Cristian Sergo (ex consigliere regionale del Friuli V.G.)
– n. 10 esposti presentati dall’Osservatorio Civico contro le illegalità del Friuli V.G.
– prime 5 pag. della ricerca/pubblicazione di Alex del Fabbro (tecnico della prevenzione
nell’ambiente e dei luoghi dei lavori)