Celotti (Pd), su rsa Coianiz si fa gioco 3 carte, ma chi paga?
«Sull’rsa Opera Pia Coianiz di Tarcento si continua a fare il gioco delle tre carte, ma resta da capire chi pagherà per i posti tolti». Lo afferma la consigliera regionale Manuela Celotti (Pd) commentando la situazione dell’rsa dell’opera Pia Coianiz – Asp di Tarcento, replicando alle dichiarazioni del direttore dell’Azienda sanitaria Friuli centrale (Asufc).
«Pagheranno i cittadini del tarcentino? Perché seppure autorizzati come posti di casa di riposo, non essendo convenzionati, questi 13 posti non beneficiano dell’abbattimento retta di circa 35 euro al giorno garantito dalla Regione. Una situazione iniqua già nelle premesse, fra gli utenti che pagano la retta con uno sconto di circa 35 euro al giorno, e chi dovrebbe pagare il prezzo pieno». Oppure, si chiede ancora Celotti, «pagherà l’ambito socio-assistenziale? E quindi i Comuni? E se si, per quanti di questi 13 posti? Tutti, una parte? Tra l’altro il famigerato sollievo dovrebbe già essere garantito dal futuro ospedale di comunità che ingloberà l’rsa».
Secondo la consigliera dem «rimane un tema: Azienda e Regione dall’oggi al domani tagliando 13 posti di rsa e il relativo trasferimento finanziario a copertura, senza preoccuparsi di come l’Opera Pia possa chiudere il bilancio, scaricando di fatto su Ambito, Comuni e cittadini le conseguenze di questa scelta. Se questo è il metodo per la riorganizzazione dei posti delle cure intermedie sul territorio, si preparino gli amministratori locali, di ogni ambito, perché avranno un bel problema da gestire. Decisioni come questa devono essere accompagnate da un percorso preventivo di sostenibilità».
Invece, «intanto si tagliano i posti e del resto ci si disinteressa visto che se un incontro c’è stato, è perché di richiederlo se sono fatti carico i sindaci. Quindi se altre dichiarazioni devono essere fatte, si facciano per rispondere a queste domande, perché è necessario capire se e quanti posti verrano convenzionati e entro quando, visto che con i “vedremo” non si chiudono i bilanci».