Chi garantisce per il Garante?

E’ stata una puntata scoppiettante quella di Report andata in onda ieri sera. Non solo i servizi sugli scandalosi incarichi targati Fratelli d’Italia che sta occupando ogni spazio possibile secondo un concetto particolarissimo dello  spoils system, dove per merito si intende la fedeltà e non certo le comprovate capacità, con il risultato di vedere tante “mezze calzette” al comando di pezzi importanti delle strutture a gestione pubblica , per non parlare dei finanziamenti improbabili per decine di migliaia di euro ad iniziative, spesso sconclusionate, quando non farlocche, degli amici e degli amici degli amici. Intendiamoci, niente di non già visto anche in passato e niente di non visto anche a livello regionale in Fvg (basti pensare alle aziende sanitarie), ma quello che colpisce è la sfacciata spudoratezza con la quale si ostenta l’uso del potere. Ma la vicenda più succulenta trasmessa ieri riguarda il duro attacco di Ranucci all’Autorità per la Privacy dopo la multa da 150mila euro comminata dalla stessa alla trasmissione di Rai tre per la messa in onda dell’audio tra l’ex ministro Gennaro Sangiuliano e la moglie Federica Corsini sul cosiddetto “caso Boccia”. La pietra dello scandalo è il fatto che alla vigilia del voto sulla maxi-multa da 150 mila euro a Ranucci e i suoi, il meloniano Agostino Ghiglia, componente del Garante per la Privacy è stato “casualmente” intercettato dalle telecamere di Report mentre entrava nella sede nazionale di Fratelli d’Italia. In sostanza il sospetto è che Ghiaglia si sarebbe consultato con Arianna Meloni (o chi per lei) per stabilire la strategia d’attacco a Ranucci & c. Ranucci in sostanza sfida il garante davanti all’occhio elettronico della Tv Pubblica: “Il Garante reputa che abbiamo violato la privacy e il Codice deontologico, noi non la pensiamo così. Avevamo segnalato in Europa che qualcuno aveva armato la mano del Garante su input politici. Ghiglia ha risposto che il suo ufficio si muove con trasparenza. E allora ci spieghi cosa faceva davanti alla sede di Fratelli d’Italia… Se è così trasparente come dice, accetti l’intervista e ci metta la faccia”. Il conduttore ha quindi lasciato che a parlare fossero le immagini. Il filmato è inequivocabile,  si vede lo stesso Ghiglia entrare nella sede di Fratelli d’Italia in via della Scrofa, il 22 ottobre, il giorno prima della decisione sulla multa. Ranucci è troppo esperto per non sapere che si tratta di una denuncia di nessun effetto legale perchè le sedi dei partiti non sono legalmente off limits anche se, opportunità e buonsenso, dovrebbero consigliare i “garanti” ad essere prudenti nelle frequentazioni, almeno finché sono in carica. Ovvio invece l’enorme peso mediatico e politico della vicenda, anche perché la difesa di Agostino Ghiglia appare piuttosto debole: “Ero lì per incontrare Bocchino” ha affermato ricevendo immediata conferma da Italo Bocchino notoriamente più governativo che giornalista con quello che ne consegue. Anche volendo dare per buono “l’alibi” fornito, questo non vuol dire che Ghiglia non abbia incontrato qualcun altro, anzi è lo stesso Ghiglia che ammette: “Ho incrociato Arianna Meloni, ci siamo salutati e scambiati due convenevoli”. Chissà se uno dei due convenevoli riguardava Ranucci.