Chiude a pordenone l’unica casa per detenuti che non hanno alloggio al fine di usufruire dei domiciliari

Apprendiamo con sgomento la decisione di chiudere nel pordenonese l’unica casa per detenuti che non hanno alloggio al fine di usufruire dei domiciliari, decisione ancor più grave per il fatto che quel luogo era riconosciuto come scuola di accoglienza. Esprimiamo vicinanza riconoscente agli amici dell’Associazione “Carcere e Comunità” e in particolare al cappellano del carcere, don Piergiorgio Rigolo, sognatore e pragmatico di relazioni nuove, umane e solidali, amato e stimato all’interno del carcere da detenuti e operatori.
Consapevoli che qualsiasi ospitalità porti con sé momenti difficili e qualche fallimento, non rinunciamo a pensare che questi luoghi siano un possibile presente e futuro per il reinserimento in una società complessa come la nostra.
I preti Paolo Iannaccone, Alberto De Nadai, Albino Bizzotto, Antonio Santini, Fabio Gollinucci, Franco Saccavini, Giacomo Tolot, Luigi Fontanot, Mario Vatta, Pierino Ruffato e Renzo De Ros; Andrea Bellavite