Il Pd promette sulla sanità Fvg ormai allo sbando un cambio di passo nell’opposizione (fin qui timida e poco efficace)

“La sanità è fuori controllo: lo dicono i dati e lo dicono i cittadini, lo vediamo tutti i giorni e lo viviamo sulla nostra pelle e lo sappiamo dalla voce degli operatori che ce lo raccontano. La giunta Fedriga non sta facendo niente per risolvere questa situazione, una crisi che va dai consultori, ai pronto soccorso al punto nascita di San Vito alla carenza dei medici di medicina generale”. Lo ha affermato la segretaria regionale Pd Fvg Caterina Conti a Udine, nel corso di una conferenza stampa assieme al capogruppo Pd in Consiglio regionale Diego Moretti e al responsabile regionale Salute del partito Nicola Delli Quadri. “Il 10% dei cittadini del Friuli Venezia Giulia – ha sottolineato la segretaria dem – sceglie di non curarsi perché purtroppo non se lo può permettere. Noi lanciamo un grido d’allarme su questa situazione che non trova una soluzione perché il centrodestra non accetta nemmeno i consigli e la mano tesa del Pd, che abbiamo sempre continuato a offrire nell’interesse di tutti”. Fin qui, in estrema sintesi, quanto espresso dai relatori, che hanno aggiunto molti numeri per dimostrare, al di là di ogni ragionevole dubbio, le criticità del sistema sanitario targato Fedriga/Riccarti. Nessuna novità però, i dati sono quelli noti da tempo e sono note da tempo le criticità, l’unica sorpresa emersa nel corso della conferenza stampa sembra essere una indiretta, quanto tiepida, ammissione di impotenza, soprattutto in sede di lavori del Consiglio regionale di cui, con grande spirito di abnegazione al partito, sembra volersi fare carico la neo segretaria regionale Conti, anche se in realtà, proprio perché lei ha preso in mano le redini del partito da poco tempo, è la meno colpevole. In sostanza non è a lei imputabile più di tanto l’avere ereditato la strana metodologia d’opposizione attuata in queste sei anni dai Dem in Consiglio regionale e candidamente ammessa dal capogruppo in Consiglio Diego Moretti: “Da sei anni al governo – ha ribadito Moretti – il centrodestra non ha da tempo più alcun alibi e nessuna possibilità di scaricare colpe su chi c’era prima. Dalla Giunta Fedriga finora sono arrivati solo annunci, senza un seguito di fatti. Respingiamo al mittente le accuse che ci vengono rivolte, di mancata collaborazione, nell’ultima legge di Stabilità – ha rivendicato il capogruppo dem – abbiamo presentato diverse proposte, tutte respinte, che riguardavano l’abbattimento delle liste d’attesa, il potenziamento della sanità territoriale e dei servizi di prevenzione, nonché proposte tese a premiare e incentivare il personale del servizio sanitario regionale, così da fidelizzarlo e tentare di bloccare la fuga (duemila negli ultimi quattro anni) verso il privato oppure verso altre regioni. Queste proposte – ha concluso Moretti – avrebbero permesso di innovare il rapporto tra il sistema sanitario regionale e il proprio personale, oggi gravemente compromesso”.

Insomma ci sono voluti sei anni e una pila di proposte sempre respinte dal centrodestra (descritte da Moretti come una pila di fogli alta diversi decimetri) per far entrare nella zucca che con certi soggetti è inutile essere indulgenti e propositivi e che forse, ad ottusa indisponibilità al confronto, andava opposta una ben più dura forma d’opposizione, magari uscendo dall’aula quando prendeva la parola l’ineffabile cantastorie della sanità regionale o, volendo trovare un minimo di eco mediatico, spernacchiandolo sonoramente ad ogni pausa.

Ci sono voluti sei anni per capire che per uno come Riccardi tutto quello che non è funzionale ai suoi interessi politici e personali, nomine comprese,  è comunque da respingere a priori. C’è qualcosa, forse un inconfessabile segreto in mano all’assessore, che lega le mani e la bocca al Presidente Fedriga o forse ci sono solo coincidenti interessi. Quello che è grave che ai Dem per capirlo non è bastata l’intera scorsa legislatura, ma è servito anche il primo scorcio di quella attuale.

Ora, la speranza per chi ritiene abominevoli le scelte di smantellamento della sanità pubblica in favore di quella privata, è che, a partire da questa conferenza stampa, che come detto anche se tiepidamente ha introdotto qualche elemento di novità, ci sia un deciso cambio di passo. In qualche modo l’ha promesso la segretaria Conti che concludendo la sua analisi ha aggiunto: “In realtà Fedriga e Riccardi stanno dando una spinta fortissima alla privatizzazione della sanità, e intanto nella nostra regione cala la speranza di vita alla nascita, le prestazioni non sono tornate ai livelli pre-covid, dal 18 al 22 siamo crollati dal quinto al tredicesimo posto negli indici dello stato di salute. Questo negli anni di maggior disponibilità di risorse”. “Qui si tratta di fare una battaglia nelle istituzioni e fuori per cambiare radicalmente l’approccio. Ricordiamo che questi sono arrivati con la promessa di una grande riforma della sanità e adesso, all’inizio del loro settimo anno di governo, ci dicono che serve una riforma. E vorrebbero pure – ha aggiunto – che stiamo in silenzio”.

Certo è che l’ultimo passaggio della Conti non sarà facile sovvertirlo perché, con la situazione che si è determinata in Fvg nel mondo mediatico ed editoriale, sarà difficile trovare una corretta eco d’opposizione non addomesticata dal principio che non bisogna comunque disturbare il manovratore. Una prova, paradossalmente, proprio nella conferenza stampa odierna che ha visto una sorta di dialogo a due fra il collega del Messaggero Veneto Mattia Pertoldi, che non è certo noto per essere uno strenuo persecutore di Fedriga e Riccardi (così come del resto il suo giornale). Lui da giornalista di razza qual è, ha svolto egregiamente il suo compito individuando l’anello debole e ponendo molte domande. Così il tempo è stato “consumato” interamente dato che, come nella favola di Cenerentola, allo scoccare dell’orario di chiusura della libreria che ospitava l’evento, siamo stati gentilmente accompagnati all’uscita e nessun altro dei giornalisti presenti è riuscito a porre pubbliche domande. Ci siamo dovuti accontentare di interagire fuori, con singoli esponenti, come giornalisti di “strada”. Ci vien quindi voglia di concludere la favola con il classico “larga la foglia, stretta la via, dite la vostra che ho detto la mia”.

Fabio Folisi