Commesse Anas da 180 milioni: Tommaso Verdini ai domiciliari accusato di corruzione, accusato anche il padre Denis

Tommaso Verdini figlio di cotanto padre Denis e  cognato in pectore di Matteo Salvini  ai domiciliari accusato di corruzione per presunte tangenti Anas. Nelle indagini accusato anche il capofamiglia Denis. Diciamo a scanso di equivoci che al momento nè Matteo Salvini, nè la sua fidanzata Francesca Verdini sono indagati e che le colpe dei padri e dei figli non possono automaticamente ricadere,  figuriamoci sui futuri generi e cognati, ma si ricorda, sommessamente, come politicamente alcune frequentazioni sono imbarazzanti  e che forse alcune cariche sono eticamente incompatibili con alcuni legami “d’amore” e che per amore si potrebbe rinunciare a certi dicasteri se c’è la possibilità di creare imbarazzi. Fra l’altro pare che, nel buio   della sua stanzetta dove è relegata dal fastidioso disturbo che l’affligge, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sarebbe preoccupata per un possibile coinvolgimento politico (non giudiziario) del vicepremier Matteo Salvini nella vicenda, se non altro perchè l’autunno scorso, proprio il leader della Lega, aveva firmato un decreto per dare al commissario straordinario della Superstrada SS 106 Ionica, l’ex Ad di Anas Massimo Simonini, un potere di spesa di 3 miliardi in 15 anni. Simonini è fra gli indagati per corruzione proprio insieme al cognato di Salvini, Verdini jr. L’indagine era partita a maggio scorso e a luglio la Guardia di Finanza aveva effettuato alcune perquisizioni. Pesante il castello accusatorio: corruzione,  turbativa d’asta e turbata libertà degli incanti.  Le contestazioni arrivano dalla Procura di Roma che ha appunto disposto gli arresti domiciliari per Tommaso Verdini, figlio dell’ex parlamentare Denis, che risulta anche lui indagato, e altre quattro persone. Una gara da 180 milioni di euro per l’affidamento di lavori dedicati al risanamento strutturale di gallerie. È l’appalto Anas al centro dell’indagine della procura di Roma e che ha portato all’emissione della misura degli arresti domiciliari – chiesta a luglio del 2023 ma accordata solo il 20 dicembre – per Tommaso Verdini, figlio dell’ex parlamentare Denis, anch’egli indagato. Corruzione e turbativa d’asta sono i reati contestati dai pm romani. Il gip della Capitale ha inoltre disposto la stessa misura cautelare per altre 4 persone: Fabio Pileri, socio di minoranza di Tommaso della società che si occupa di lobbyng Inver e gli imprenditori Antonio Veneziano, Stefano Chicchiani, Angelo Ciccotto. Sospensione di 12 mesi dal pubblico ufficio invece per Paolo Veneri e Luca Cedrone all’epoca dei fatti, dirigente e funzionario della Direzione Appalti e Acquisti di Anas. L’impianto accusatorio dei magistrati di piazzale Clodio pone al centro della presunta attività illecita la Inver, che «facilitava una serie di ditte nel partecipare e vincere, grazie all’accesso ad informazioni riservate, appalti con l’Anas».  Nel particolare, come accennato, l’inchiesta riguarda l’affidamento di lavori per il risanamento strutturale di gallerie per un importo complessivo di 180 milioni di euro.  In un nota, la Procura afferma che è stata data esecuzione a un’ordinanza emessa dal Gip applicativa degli arresti domiciliari nei confronti di tre imprenditori e due responsabili di una società di consulenza per i reati di corruzione e turbata libertà degli incanti. Per gli stessi reati è stata disposta, inoltre, la misura interdittiva della sospensione dallo svolgimento del pubblico ufficio nei confronti di un dirigente e di un funzionario di Anas, quali avrebbero messo a disposizione di privati le proprie funzioni pubbliche -fornendo informazioni e documenti riservati ovvero avvicinando indebitamente membri delle commissioni di gara – al fine di garantire alle imprese rappresentate dagli odierni arrestati l’affidamento di lavori per il risanamento strutturale di gallerie, per un importo complessivo di 180 milioni di euro. Le utilità promesse, per come ricostruito dalla Guardia di Finanza, sarebbero consistite nell’intervento dei consulenti arrestati per far ottenere funzionari indagati avanzamenti di carriera e conferme in posizioni apicali di Anas. L’indagine era partita a maggio scorso e a luglio la Guardia di Finanza, coordinata dal sostituto procuratore Paolo Ielo, aveva effettuato alcune perquisizioni sia nell’abitazione di Tommaso Verdini sia negli uffici della società Inver, che si occupa di consulenze ad aziende che partecipano a gare d’appalto per lavori pubblici. Secondo l’ipotesi accusatoria, Verdini, utilizzando la Inver, facilitava le ditte a partecipare e a vincere appalti con l’Anas attraverso l’accesso a informazioni riservate, a cui avrebbe avuto accesso Verdini, sui bandi di gara, che a sua volta apprendeva dai dirigenti Anas, finiti nell’indagine, in cambio di denaro. Come accennato in apertura Tommaso Verdini è il fratello di Francesca Verdini, compagna del ministro dei Trasporti e vicepremier Matteo Salvini.

Secondo i pm romani, inoltre, nel maggio del 2022 «Denis Verdini, con il figlio Tommaso e Fabio Pileri predispone “la lista di nomi” per Anas recapitata a Massimo Bruno». Ovvero, una lista di persone «da allocare all’interno del gruppo Fs». La Procura, nell’ordinanza, riporta inoltre la conversazione avvenuta: «Quando s’è fatto la lista d’accordo con Massimo… quando nel cda è passato con loro e gli ha dato una mano quello della Lega, lui ha fatto un accordo con quelli della Lega di futura collaborazione con Matteo e lì eccetera e con noi tramite Freni (il sottosegretario leghista non indagato ma per i magistrati rappresentava uno dei «rapporti privilegiati» che Verdini e Pileri utilizzavano, ndr) un rapporto di intermediazione di questo rapporto e in cambio di questa intermediazione…. Ci ha chiesto una lista di persone interne a quel gruppo, da aiutare, e noi gli abbiamo messo un po’ di persone che ci hanno dato i nostri…».

Dalle indagini è anche emerso come l’ex deputato e senatore Denis Verdini «è socio di fatto della Inver e percepisce in nero parte delle somme introitate dalla Inver (…), è colui che in virtù del suo peso politico e dei suoi rapporti con Freni e Bruno (…) assicura sponde ed appoggi istituzionali tali da consentirgli, direttamente o tramite il figlio Tommaso e Fabio Pileri, di promettere e garantire ai vari Cedrone, Veneri, Petruzzelli avanzamenti di carriere in Anas o il ricollocamento in posizioni lavorative di rilievo». E lo fa, Verdini senior, a un prezzo: «circa 20 mila euro – hanno intercettato i pm in una conversazione Telefonica tra Verdini e Pileri di marzo 2022 – sono consegnati al quarto socio… al babbo».