Una macchia indelebile sulla storia del Parlamento italiano: 19 deputati presenti, un’immagine desolante della Camera dei Deputati vuota. Commenta così Amnesty International la notizia dell’istituzione della commissione parlamentare negativissima per l’insensibilità dimostrata dalle assenze dei parlamentari ad un immagine che è sostanza, perhè la foto dell’aula drammaticamente deserta oltre ad essere un insulto alla memoria di Giulia è un segnale all’Egitto che tutto sommato le “grida” che arrivano dalla politica italiana sono solo chiacchiere e senza distintivo. “Come un’informale riunione di condominio senza l’obbligo del numero legale, spiega Amnesty, il 29 aprile è iniziata la discussione sull’istituzione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla “morte” di Giulio Regeni. Sarà stata pure una data infelice, un lunedì insieme post-elettorale e pre-elettorale in una settimana di lavori ancora più breve del solito per via della Festa del lavoro. Potranno citare Jake dei Blues Brothers e inventare tutte le scuse del mondo, dalla gomma a terra alle cavallette, ma quel giorno era dovere morale essere in tanti, in quell’Aula. Riempirla, dare un segno di vicinanza, di solidarietà, di attenzione. Dare per qualche ora l’idea che, nonostante i 39 mesi di ritardo, quella Commissione fosse una cosa seria. “L’immagine pubblicata da uno dei 19 deputati presenti, Filippo Sensi, dice invece che quella Commissione per la stragrande maggioranza dei parlamentari è una “varia ed eventuale”. Del resto, con poche lodevoli eccezioni, nei tre anni e tre mesi trascorsi dal giorno in cui Giulio scomparve al Cairo, le azioni delle istituzioni italiane per pretendere la verità sono state esattamente quello: varie e, soprattutto, eventuali. La Commissione d’inchiesta varata dalla Camera dei Deputati sul caso Regeni ha gli stessi poteri della magistratura e ha tempo un anno per “chiarire le responsabilità che hanno portato alla morte di Giulio Regeni e verificare fatti, atti e condotte commissive e omissive che abbiano costituito o costituiscano ostacolo, ritardo, o difficoltà”. Il presidente della Camera Roberto Fico aveva fatto appello ai partiti di non dividersi e votare compatti per chiedere la verità sul caso Regeni. Ma chi sono , per dare a Cesare ciò che è di Cesare, i diciannove deputati presenti su 630. Ecco chi sono:
8 del Pd (Enrico Borghi, Massimo Ungaro, Andrea Rossi, Andrea Giorgis, Barbara Pollastrini, Stefano Ceccanti, Piero Fassino e Filippo Sensi);
2 di Leu (Laura Boldrini e Federico Fornaro);
5 del M5s (Sabrina De Carlo, Marta Grande, Luca Sut e Virginia Villani, ai quali va aggiunto il sottosegretario di Stato agli Affari Esteri Manlio di Stefano);
2 della Lega (Marco Formentini e Manfredi Potenti);
2 di Forza Italia (Felice Maurizio D’Ettore e Pierantonio Zanettin).
A presiedere la discussione Mara Carfagna (Forza Italia).