Concluso il procedimento Commissione Europea contro l’Italia sulla caccia. Adeguare le normative o scatteranno le sansioni

Dopo le gravi accuse di violazione delle norme sul bracconaggio, l’omissione del divieto sulle munizioni al piombo e sulla caccia a specie in sofferenza e in periodo di migrazione, la Commissione Europea ha concluso il procedimento contro l’Italia. Se la normativa non sarà modificata, seguirà la procedura d’infrazione, con sanzioni che costeranno agli italiani circa 8 mila euro al giorno fino all’adeguamento alle norme europee sulla tutela dell’ambiente e della biodiversità. LO ha reso noto il coordinatore regionale Fvg del Partito Animalista Italiano, Fabio Rabak. “La vicenda, oggetto di indagine da parte dell’Europa sulle normative italiane sulla caccia, si sta dirigendo, spiega Rabak,  verso la peggiore delle ipotesi. La procedura di infrazione comporterebbe sanzioni significative, sottolineando la necessità che il Governo si conformi alle normative europee per la tutela dell’ambiente e della biodiversità. La Commissione ha analizzato i commi 447 e 448 dell’articolo 1 della legge italiana. L’incertezza giuridica introdotta dalla legge, in particolare il comma 447, rappresenta un problema di conformità con le Direttive europee Uccelli e Habitat. Questo comma permette alle Regioni di controllare e autorizzare piani di abbattimento o cattura di fauna selvatica anche in zone vietate alla caccia e durante i periodi di divieto. Questo potere ha portato a una mattanza indiscriminata della fauna, mettendo a rischio la pubblica sicurezza. Dopo ogni stagione venatoria, si registrano morti e feriti, tra cacciatori e non. Autorizzare battute di caccia in aree protette, in città e in qualsiasi giorno dell’anno peggiora il problema”. La Commissione europea ha evidenziato gravi infrazioni rispetto alle norme europee nel sistema di caccia autorizzato da Regioni e Stato italiano. Le violazioni sembrano essere il risultato della subalternità della politica alle associazioni venatorie, compromettendo la protezione e la conservazione della biodiversità. Il coordinatore regionale del Partito Animalista Italiano, Fabio Rabak, in chiusura esprime la speranza che i Ministeri agiscano tempestivamente per evitare ulteriori critiche europee, rivedendo le norme che trasformano l’Italia in uno scenario da Far West, consentendo ai cacciatori di intervenire ovunque, anche nei parchi e nelle aree urbane.