Considerazioni e preoccupazioni della UIL sulla proposta di atto aziendale presentata dal Direttore generale di ASUGI
La UIL, prima di esprimere le proprie considerazioni e preoccupazioni in relazione alla proposta di atto aziendale presentata dal Direttore generale di ASUGI, ritiene che sia indispensabile ricordare come ASUGI diversamente da altre realtà regionali rappresenta il convivere e l’unione di due diverse provincie con sensibilità e modelli organizzativi difformi e radicati dal e nel tempo e con ciò profondamente diversa dalle due realtà regionali di Udine e Pordenone e che tali diversità suggeriscono pertanto prudenza e suggeriscono di evitare affrettate fusioni a freddo di realtà con caratteristiche profondamente diverse anche all’interno delle singole aree territoriali che costituiscono ASUGI. Si apre con questa considerazione il comunicato stampa a firma congiunta del Segretario con Delega alla Sanità UIL FVG Stefano Bressan e del Segretario Regionale UIL FVG Matteo Zorn. “Ciò premesso, dico i sindacalisti, attendiamo comunque il ravvedimento del metodo del Direttore di ASUGI sollecitando un confronto per meglio approfondire o comprendere certe determinazioni e scelte che si evincono da una lettura della bozza di atto aziendale e del conseguente organigramma. UIL nutre infatti riserve e preoccupazioni sul lato dell’organizzazione ospedaliera, territoriale, della tecnostruttura e della mancanza nel documento di ogni riferimento alla DGR 1446 di settembre riguardo l’articolazione territoriale conseguente alle misure previste dal PNRR. Dal lato ospedaliero si sottolinea come ci sia una presenza di DAI – Dipartimenti assistenziali integrati – in diversi ambiti specialistici quali l’anestesia l’oncologia, l’area dei servizi radiologici, l’area dell’emergenza, le specialità mediche e chirurgiche, per citarne alcuni, che non vorremmo fossero dei meri “escamotage” organizzativi per trasferire surrettiziamente risorse, umane, strumentali e finanziarie, da un’area all’altra della complessa articolazione territoriale di ASUGI, magari quella tradizionalmente priva di un polo ospedaliero forte, anche per la presenza universitaria, come quello giuliano. I servizi di dermatologia, pneumologia, endoscopia e senologia, odontoiatria in questa logica sembrano essere fagocitati dall’Hub ospedaliero giuliano.
Altrettanta preoccupazione registriamo sul fronte della riduzione delle strutture territoriali e della eccessiva semplificazione del dipartimento di salute mentale che pur inglobando il dipartimento delle dipendenze non presenta la necessaria attenzione innovativa per l’area della salute mentale e quella delle dipendenze. La UIL sottolinea inoltra come non sia chiaro l’inquadramento del dipartimento materno infantile, struttura fondamentale che con i suoi mille parti annui andrà a tenere in piedi il punto nascita dell’IRCSS Burlo Garafolo che diversamente non avrebbe i numeri necessari, uno scambio reciproco di risorse che si trasformerà in un rapporto a senso unico.
Altrettanta preoccupazione si esprime per la concentrazione del sistema amministrativo nel suo complesso nell’area giuliana. Non può infatti sfuggire agli occhi più attenti che ogni sistema organizzativo dipende dalle risorse immesse nel sistema dalla tecnostruttura, si tratti di beni e servizi, di investimenti o di personale. La UIL sottolinea infatti come questa concentrazione nel settore del reclutamento del personale stia già manifestandosi in tutti i ruoli, a favore di un’area e a scapito dell’altra. Infine sottolineiamo come sia assente ogni riferimento alle strutture che dovrebbero costituire, secondo la DGR 1446, l’articolazione del territorio e il suo potenziamento secondo quanto previsto dal PNNR. Ovvero Reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale che si traducono in Case delle Comunità, Infermiere di famiglia, Ospedale di Comunità, Centrale Operativa Territoriale e Telemedicina. Ma su questo bisogna essere seri perché il pallino non è solo in mano all’Azienda. I Fondi PNRR e quindi il pallino della distribuzione degli oltre 151 milioni per la regione FVG, per Case della Comunità e presa in carico della persona, telemedicina, ospedali di comunità e altre misure è in mano alla Regione.
Pertanto risulta opportuno avviare un immediato confronto sia con la parte aziendale sia con la Regione sul fronte dei fondi PNNR e sull’idea di sanità territoriale poiché Il PNRR, a proposito di sanità territoriale, tocca tre temi cruciali ma nulla dice in quale cornice organizzativa e strategica questi investimenti si collocano, In una cornice pubblica come la UIL richiede o in una cornice privata dove predomina la logica della produzione di prestazioni, chiunque sia il produttore? Questo, unitamente alla specifica indicazione del fabbisogno del personale e al suo finanziamento, deve essere l’oggetto di confronto con Azienda e Regione, perché nessuna auto funziona senza carburante!
La UIL vuole avere garanzie precise sul livello occupazionale conseguente a tale organizzazione territoriale prevista dal PNRR, su come e quanto personale verrà assunto e come verrà attuata la digitalizzazione del territorio? Queste sono le vere questioni di fondo che UIL intende porre alla direzione aziendale e alla regione! Ci rivolgiamo al Presidente Fedriga anche a capo della Conferenza Stato Regioni: il contratto è scaduto da troppo tempo- 1/1/2019 e non si vede all’orizzonte la luce del rinnovo. Nel frattempo troppe questioni languono e restano ferme, dalle indennità di specificità infermieristica, all’indennità di tutela del malato, all’indennità di pronto soccorso, ad un sistema di assunzioni obsoleto, che per i ruoli sanitari non ammette assunzioni durante il periodo di studio come per i medici e i dirigenti sanitari. Si faccia valere e spinga per una immediata risoluzione di questi problemi perché il personale è stanco di aspettare!”