Cosa possiamo fare oltre al necessario ricordare. Ad esempio firmare

A Sant’Anna di Stazzema (Lucca) il 12 agosto 1944 vennero trucidate in un sol giorno (almeno) 560 persone, in parte considerevole donne e bambini sia del paese che sfollati di guerra. Il Sindaco di Stazzema propone ora alla firma di tutti noi una Legge di iniziativa popolare contro la propaganda fascista e nazista. Perché?
La Costituzione Italiana è fatta di princìpi, diritti e doveri, divieti, in particolare “E’ vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”. La sua origine e la sua capacità fermentativa risiedono nell’antifascismo che la informa in ogni sua riga, per come è stata pensata e scritta. Si è ritenuto necessario vietare, non perciò un semplice richiamo alla coscienza, alla responsabilità, alla memoria, al farsi cultura condivisa dell’antifascismo (questa cultura condivisa non esiste). A distanza di poco più di 70 anni, l’urgenza si fa, ancora, visibile. Non ha mai smesso di essere urgenza, per l’Italia, per l’Europa. I populismi imperversano. I Parlamenti sono troppo spesso deboli.
Ci si chiede se siano diventate parole ormai vecchie, quelle dell’antifascismo, quelle che parlano della salvaguardia di ciò che ci ostiniamo a chiamare “democrazia”. Non è una questione meramente politica, di fronte ad una politica divenuta quasi esclusivamente ricerca del potere o perlomeno di accaparrarsi qualche suo frammento, è campo invece dell’impegno civile, degli sguardi di ciascuna coscienza: attiene alla vita nella sua essenza, dal momento in cui ha riguardato la morte. Ce lo siamo ridetto anche in questo 27 gennaio 2021, Giorno della Memoria. Parliamo di una zona in larga misura interiore del nostro essere, lì dove risiede il senso dell’obbligo.
Se rivoluzione significa, come per la Terra, compiere un giro e tornare laddove si era, ricominciare per poter proseguire, senza precipitare né esplodere o impattare, riprendere per potersi rinnovare, ecco che le vecchie parole camminano accanto alle nuove, queste ultime così difficili da trovare perché il mondo ne ha troppe, e confuse, sovrapposte, guidate. Ma ci servono come l’aria per affrontare quelle novità che il mondo stesso (ma quale mondo?) ci “impone”. E già imporre è un segno (non facciamoci ingannare dal suo assomigliare pericolosamente al vietare di prima): è il segno che altri al mondo decidono per la maggioranza di noi umani. È anche segno, ma fecondo se gli prestiamo la dovuta attenzione, dei deliri di onnipotenza della nostra specie e delle risposte che la Terra ha preparato per noi e ci impone. Stiamo parlando ovviamente di questi tempi di pandemia e della crisi sanitaria, sociale, relazionale, in cui siamo immersi. Di fronte alle crisi, assieme alla ricerca di vie d’uscita praticabili, vanno puntellati i valori, i principi che riconosciamo come universali.
E il rispetto del valore di ognuna e di tutte le vite umane è uno di questi. Il fascismo e il nazismo lo hanno negato: indegne ideologie che, loro sì, si permettono di vivere, ancora. Tuttavia sono vive anche le nostre Costituzioni. Quella italiana, e non è l’unica a farlo, prevede tra i suoi dispositivi anche la partecipazione diretta delle persone nella formulazione delle proposte di legge. Sono le leggi di iniziativa popolare, le LIP. Il Sindaco di Stazzema ce ne propone alla firma una, nata per rafforzare ulteriormente quanto la Costituzione già indica. È una LIP in cui si vieta la propaganda fascista e nazista. Vietare non serve? Oppure, serve ben altro? Oppure non basta forse già la Costituzione? Obiezioni tanto possibili quanto inutili. Lo abbiamo detto.
Il 27 gennaio abbiamo sottolineato il valore della memoria per costruire futuro, riportando a cuore e cervello le immagini e le parole scritte dai testimoni e vittime dell’orrore, generato da altre persone che si sono arrogate il diritto, l’arbitrio, di scegliere cosa fosse vita (umana) e cosa no. E questa scelta si continua a fare, nei luoghi dei respingimenti, compresi i confini d’Italia, nei campi profughi, nel consentire che fame e guerre continuino a distruggere vite, vite anche neonate, e private da altri del loro desiderio, e istinto e compito, di giungere a compimento, fiorire. Come a Stazzema.
Stazzema è un simbolo di cosa vogliamo e cosa non vogliamo. Pertanto chi vuole può consultare il sito www.santannadistazzema.org oppure www.anagrafeantifascista.it e, se lo desidera, porre la sua firma a sostegno di questa proposta di legge. Può andare al suo Comune all’Ufficio Protocollo.
Dianella Pez