Covid: Fedriga firma ordinanza, per chiusura scuole superiori fino al 31 gennaio. Le opposizioni insorgono: “arriviamo a questo punto per sottovalutazioni ed errori evidenti”
Il presidente della giunta regionale del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga ha firmato l’ordinanza contingibile e urgente 1/2021 che sarà in vigore dal 7 al 31 gennaio su tutto il territorio regionale. Con l’ordinanza la Regione prevede che le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado, statali e paritarie, e le istituzioni che erogano percorsi di istruzione e formazione professionale, adottino forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica, in modo che il 100 per cento delle attività siano svolte tramite il ricorso alla didattica digitale integrata (Ddi).
Resterà sempre garantita la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori strutturati e attrezzati non fruibili da remoto o in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, garantendo comunque il collegamento on-line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata. L’attività dei servizi educativi per l’infanzia, per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione continuerà a svolgersi integralmente in presenza. Viene inoltre confermata, fino al 31 gennaio compreso, l’attuale articolazione dei servizi di trasporto pubblico locale, ferme restando eventuali rimodulazioni determinate dall’andamento della domanda, rinviando alla ripresa dell’attività didattica in presenza degli istituti secondari di II grado, statali e paritari, e delle istituzioni che erogano percorsi di istruzione e formazione professionale, il correlato potenziamento dell’offerta mediante l’attivazione dei servizi aggiuntivi previsti dai documenti operativi delle Prefetture. La decisione è un fatto molto pesante che apre molti interrogativi. Dalle opposizioni giudizi pesanti sull’operato della sanità regionale. “Se i dati Covid in Friuli Venezia Giulia sono allarmanti come quelli del Veneto, dice Cristiano Shaurli segretario regionale Pd, se la situazione dei nostri ospedali e della sanità pubblica rimane preoccupante, è giusto assumersi responsabilità di scelte non facili come la chiusura delle scuole. Ma sia chiaro che arriviamo a questo punto per sottovalutazioni ed errori evidenti, perché sono stati dati messaggi sbagliati e cattivi esempi, come Fedriga alle manifestazioni contro le chiusure o le contestazioni alla zona arancione, fortunatamente decisa dal Governo, e soprattutto è mancato il rafforzamento della prevenzione e della sanità territoriale. Noi democratici lo avevamo sostenuto ad inizio pandemia e lo confermiamo: priorità è la salute dei cittadini e la sconfitta del virus”. “Se i dati ci dicono che il Fvg è ancora a rischio – sottolinea Shaurli – è giusto essere conseguenti. Ciò non significa fare le prime donne ma ricordarsi di rappresentare e tutelare tutti, ciò non significa dimenticarsi, come successo, di organizzare il trasporto pubblico locale e le nostre scuole, di rafforzare la sanità di territorio e soprattutto – aggiunge – di organizzare un sistema di vaccinazione continuo che metta subito al sicuro le categorie a rischio, come sono anche studenti ed insegnanti”.
Duro anche il commento dei pentastellati: “Per mesi Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno fatto credere alle famiglie che i problemi in vista della riapertura delle scuole dopo la prima ondata fossero causa della inadeguatezza del Governo”. Lo rileva il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Mauro Capozzella. “Basti pensare ai mesi di polemiche assurde sui banchi, dimenticando che gli assembramenti pericolosi non si sono verificati dentro le aule, ma sono avvenuti negli autobus e davanti alle scuole, in entrata e in uscita. Questi affollamenti sono dovuti principalmente al mancato adeugamento del trasporto pubblico locale, di esclusiva competenza regionale, in vista della riapertura dopo le vacanze estive”.
“Oggi assistiamo attoniti alla decisione del presidente Fedriga di riaprire le scuole superiori dopo il 31 di gennaio, e non subito dopo la pausa per le festività. Una decisione – rimarca il consigliere M5S – che dimostra come, anche questa volta, la Regione si sia fatta trovare impreparata. Qualche giorno fa avevano annunciato 120 autobus attraverso una intesa con le imprese di noleggio, accordo che faceva ben sperare in vista della riapertura scolastica del 7 gennaio”.
“Nonostante i proclami dei mesi passati, oggi gli assessori Pizzimenti, Riccardi e Rosolen ci comunicano la decisione di posticipare la riapertura delle scuole superiori, affermando che,
alla luce dei dati, è necessaria una linea di prudenza e quindi di rinvio del ritorno a scuola. Lascia quantomeno perplessi che la loro ‘prudenza’ sia circoscritta alla sola scuola, come se non l’avessimo già sacrificata abbastanza – afferma ancora Capozzella – Non dimentichiamoci che chi oggi si riscopre prudente, poco più di un mese fa contestava la zona arancione e cavalcava in piazza la rabbia e la disperazione, comprensibili, di esercenti e negozianti, barattando la salute con i soldi dei ristori. Per mesi hanno sottovalutato la situazione e oggi a pagarne le conseguenze sono i nostri studenti”.
“Da notare che i presidenti di Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Trentino, Sardegna, Calabria, Umbria e Veneto, dopo una riunione con Salvini, scrivono: ‘Come governatori abbiamo fatto tutto ciò che era necessario in tema di sicurezza per i trasporti in accordo con i prefetti, ma restano molte criticità sul contenimento della pandemia’, nonostante il 23 Dicembre le Regioni abbiano unanimemente firmato l’accordo sulla riapertura il 7 Gennaio – ricorda l’esponente pentastellato –. Sono gli stessi che chiedevano di riaprire discoteche, gli stessi che dicevano che il lockdown natalizio era il furto del Natale ai bambini, gli stessi che sbraitano perché il Governo non ha ancora riaperto gli impianti sciistici”.
“Sembra quasi di assistere nuovamente alla dinamica della cassa integrazione, dove a Roma il centrodestra accusava il Governo di pagarla in ritardo, per poi scoprire che a evadere in ritardo le domande erano le regioni guidate proprio da loro. Di certo – conclude Capozzella – il governo regionale non si è fatto trovare pronto per all’appuntamento della riapertura delle scuole Incompetenza e incapacità o boicottaggio per poter poi continuare a gridare che la colpa è della ministra Azzolina, di Arcuri, di Conte, o magari della Raggi?”.
Parla invece di sconfitta per tutti Patto per l’Autonomia per bocca del capogruppo Massimo Morettuzzo: “Rimandare la riapertura delle scuole superiori a febbraio è una sconfitta per tutti». «Posticipare il ritorno in classe è un fatto che ci preoccupa fortemente – continua Moretuzzo –. A pagare il prezzo più alto della pandemia continuano ad essere le nostre ragazze e i nostri ragazzi, perché spostare ulteriormente la ripresa della didattica in presenza rischia di impattare gravemente sulla loro formazione e crescita emotiva. Non stiamo sottovalutando la situazione, sia chiaro: vogliamo certamente la scuola in presenza, ma senza pregiudicare la salute. Per questa ragione, sollecitiamo l’esecutivo regionale a darsi immediatamente da fare per la scuola, almeno quanto sta facendo per salvaguardare settori in crisi come il turismo invernale con la riapertura degli impianti sciistici, altrimenti non ci saranno le condizioni per la ripresa delle lezioni in classe o per scongiurare, dopo l’apertura, altre chiusure. È evidente che in Friuli-Venezia Giulia non si è fatto abbastanza su uno dei temi più urgenti e complessi che devono essere affrontati dalle istituzioni e che suscitano più aspettative e preoccupazioni da parte delle famiglie, basti pensare all’incertezza sul trasporto pubblico. Nonostante i molti proclami di questi mesi – conclude Moretuzzo –, la realtà è che non si è riusciti a far fronte alla questione-scuola, e a pagarne le conseguenze sono le giovani generazioni».