Covid: Gli anestesisti confermano le accuse ma Riccardi medita vendetta e la stampa amica sta già operando

A leggere ieri sera la nota dell’agenzia di stampa della Regione sull’incontro fra l’assessore alla sanità del Fvg Riccardo Riccardi, accompagnato nella pugna  dal suo plotone di mercenari “direttori” a sostegno e il sindacato anestesisti, dopo il duro j’accuse di questi, si poteva pensare che la scelta della Regione fosse di profilo basso, magari per volontà del più prudente Fedriga rispetto al sanguigno Riccardi e secondo il principio che la vendetta è un piatto che va servito freddo, magari in stile rito woodoo.

Ed invece ecco che questa mattina sono scesi in campo altri mercenari, non direttamente a libro paga, ma magari a servil passata e futura memoria. Così le truppe cammellate  sono subito entrate in campo per annunciare dove fosse la ragione. Nessun dubbio dato che si pende dalle labbra del potere. Frasi precise per delegittimare il sindacato degli anestesisti e soprattutto “respingere al mittente le accuse”. Così si leggono pennellate di alto giornalismo che ci dicono che Alberto Peratoner, presidente dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri (Aaroi) del Friuli Venezia Giulia parla “a nome – sostiene – di 350 anestesisti” mettendo quindi in dubbio la legittimità dello stesso e del sindacato che rappresenta, mentre nessun dubbio sulle parole di “verità” di chi millanta il titolo di “vice governatore” carica istituzionalmente inesistente nell’ordinamento italiano e del Fvg.
Ma andiamo per ordine lasciando perdere le posizioni espresse dai fiancheggiatori del potere e vediamo direttamente le fonti, partendo dal comunicato di ieri sera dell’Agenzia di stampa della Regione (Arc) dal titolo “Covid: Riccardi, con sindacato anestesisti confronto utile” che si apre in maniera buonista non negando “le criticità espresse” ma facendone una questione di metodo per il fatto di aver dato sponda agli oppositori, ma soprattutto non spiegando quale dovrebbe essere il metodo giusto che, sospettiamo, dovrebbe essere quello di avanzare con garbo e rispetto per via “gerarchica” eventuali lamentele che come è plausibile pensare cadrebbero e sono cadute nel nulla. “Un confronto utile, si legge nella nota Arc, nel corso del quale i responsabili delle Aziende hanno fornito una serie di risposte alle criticità espresse dall’organizzazione sindacale degli anestesisti. Spiace che il metodo usato per manifestare l’eventuale esistenza di particolari problematiche si presti facilmente a delle strumentalizzazioni di carattere politico che non aiutano il sistema sanitario regionale”. Poi si dice che Riccardi “ha subito centrato la discussione sulle terapie intensive e sulla preparazione del personale infermieristico che opera in questi reparti, oltre alla tempistica dell’erogazione degli straordinari” e poi la chicca dell’ovvio “ribadendo il concetto, che chi lavora deve essere pagato”. Bontà sua, verrebbe da commentare. Poi la comunicazione che “In relazione all’occupazione dei posti in terapia intensiva i responsabili delle Aziende sanitarie hanno confermato la correttezza dei dati trasmessi alla Regione” e qui scatta l’abilità del politico di razza, il capitolo più delicato viene scaricato sui responsabili della aziende sanitarie, se mai dovessero venir fuori delle verità diverse. Insomma  nella malaugurata e poco probabile ipotesi, che qualcuno da piani più alti e magari da qualche zelante Procura decidesse di vederci chiaro, la colpa diretta non sarebbe del livello politico ma dei direttori o magari degli stessi medici operanti.
Questa mattina comunque il sindacato Aaroi del Friuli Venezia Giulia ha emesso la sua nota di commento all’incontro raccontando cose diverse, conferma quanto scritto nella lettera di denuncia che fra l’altro ha trovato il sostegno di altre forze sindacali del settore sanità e parla, riferendosi all’incontro con Riccardi, di “posizioni reciproche rimaste ovviamente distanti e inconciliabili”. “E’ stato un incontro molto duro nei contenuti, spiega Alberto Peratoner, ma schietto e moderato nei toni nonostante abbia evidenziato una chiara differenza di vedute. AAROI EMAC ha apprezzato la volontà dell’Assessore di ascoltare le istanze già formalizzate che sono state ieri puntualmente ribadite ma ha rimandato al mittente l’ignobile accusa di voler screditare il sistema e le allusioni a strumentalizzazioni e cospirazioni politiche. La nota dimostra proprio quanto AAROI EMAC tenga al Servizio sanitario regionale ed a tutti i professionisti che ci lavorano, veri e unici artefici della “resistenza” di questi mesi. Le criticità segnalate da AAROI EMAC sarebbero secondo l’Assessore in parte risolvibili e in parte riconducibili come sempre a “problemi strutturali di sempre” ma di fatto confermano un evidente scollamento tra le Direzioni e i Medici ed una scarsa attitudine all’ascolto ed alla considerazione delle componenti sindacali in questi ultimi sei mesi. Sul problema dei posti letto di Terapia Intensiva di Gorizia e Palmanova non ancora codificati come tali, da una parte è stato chiaramente riconosciuto e confermato che si tratta di veri e propri posti letto di Terapia Intensiva che contribuiscono ad avere una soglia di occupazione regionale superiore al 50%, dall’altra non è stato spiegato il perché questi pazienti non siano stati segnalati nei report giornalieri regionali”.
Ovviamente quest’ultimo passaggio va molto oltre la semplice constatazione di una diversa valutazione, ma ha ripercussioni potenzialmente pesanti e secondo noi legalmente rilevanti, perchè se oggi la regione Fvg canta vittoria per il fatto di essere passata da zona rossa in arancione è anche grazie al dato farlocco sulle terapie intensive. Se questo dato fosse stato truccato e sottostimato è evidente che sarebbe un caso non tanto dissimile a quello avvenuto in Sicilia dove si barava sul numero dei decessi. In Sicilia per questo la magistratura è intervenuta e l’assessore alla sanità si è dimesso. Temiamo che in Fvg questo non sarà possibile per la probabile distrazione della magistratura e per i motivi che avevamo espresso (e che come FriuliSera ribadiamo) in un editoriale del 21 marzo scorso quando scrivevamo riferendoci alle opposizioni politiche “strutturate” : “Per uno strano principio di consuetudine i partiti tendono normalmente ad essere indulgenti e “responsabili”, verrebbe da pensare causa possibili scheletri nell’armadio o favori a ….futura memoria. ….. Gli obiettivi politici ai quali si tende, diventano così pericolosamente comuni nelle diverse formazioni politiche. Le cause di questa sorta di amalgama post ideologica contro natura possono essere individuate, da un lato nella legittimazione del potere, dall’altro nella gestione negoziale del potere medesimo fra le diverse parti compresenti nell’agone politico. La programmazione prodotta si muove costantemente, trovando via via equilibri diversi nelle diverse situazioni territoriali e legislative in continuo aggiustamento nel tempo, fra i poli opposti, quasi come se anche in politica valesse la legge della fisica che insegna che quando i poli sono di carica diversa si attraggono. Il risultato è quello che vediamo ma che con una pandemia che ha provocato, fin qui, 3 volte i morti del terremoto del 1976, diventa stomachevole”. 

Fabio Folisi

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