Crisi Sores 118, nuovo intervento dell’associazione Costituzione 32: Incontro Nursind-Arcs, un’occasione mancata

Avevamo recentemente sottolineato l’esigenza di intervenire bene e subito sulla crisi della SORES di Palmanova. Ma le misure concordate ieri tra NURSIND e ARCS non sembrano poter risolvere la crisi nel suo insieme e quindi non mettono subito al riparo i cittadini da un periodo di disservizi e ritardi, che si preannuncia ancora assai lungo. Si apre così un comunicato dell’associazione Costituzione 32 che nelle scorse settimane anche dalle pagine di FriuliSera aveva espresse perplessità e preoccupazioni relative alla gestione del numero 118 gestito dalla Sala Operativa Regionale Emergenza Sanitaria. 

Scrive l’associazione: “Pare vi sia accordo nel garantire il rinforzo del personale da 41 a 53 unità, al fine di confermare i 7+1 posti operatori diurni e i 6 notturni e di assicurare a ciascun operatore un quadrimestre in autoambulanza. Diversi infermieri già dopo un solo anno di servizio hanno lasciato la SORES e al momento attuale vi sono una decina di domande di trasferimento ad altro impiego e una sola domanda di ingresso. Evidentemente la SORES non trattiene e non attrae gli infermieri, ma non c’entra con il tipo di lavoro. Ricordo che in tutti i 15 anni che ho diretto la Centrale 118 di Trieste le uscite volontarie si contano sulle dita di una mano ed erano immediatamente sostituite, perché c’era la fila di infermieri che volevano entrarvi. Per inciso pare che anche il far di conto sia stato piuttosto approssimativo, perché per garantire l’assetto operativo richiesto dai sindacati non sembrano sufficienti le 53 unità indicate, ma, conti alla mano, ne servono 62. E comunque come ha dichiarato il direttore dell’ARSCS, peraltro anch’egli in via di abbandono, occorrerà procedere alle assunzioni per gradi, ma poiché verosimilmente non si troveranno infermieri con esperienza specifica se ne dovranno assumere inesperti. Aggiungo: per il lavoro più delicato che c’è nell’ambito dell’emergenza e che quindi più di ogni altro esige competenza ed esperienza. 2.Il sistema informativo sarà completamente sostituito, ma ci vorrà tempo, verosimilmente almeno un anno. E anche qui un inciso: se occorre rifare ex novo le tecnologie e buttare via un sistema implementato due anni fa forse qualcuno ha sbagliato qualcosa; il costo dello sbaglio costa un’ingente somma di denaro pubblico. Chi paga? Si ha intenzione di accertare entità e responsabilità di quello che sembra avere tutte le caratteristiche del danno erariale?  Per il resto le misure relative a dispatch, punti blu, protocolli centralizzati sono solo annunci che ricalcano quelli trionfalmente pronunciati a Palmanova da Serracchiani-Telesca nell’aprile 2017, all’avvio della SORES. In due anni non hanno mai trovato reale e valida attuazione, per cui non si comprende perché adesso potrebbero realizzarsi. Si ripetono meri annunci, cioè dichiarazioni del “dover essere”, senza produrre un documento programmatico che abbia le caratteristiche di fattibilità e che simuli e preveda le ricadute organizzative in ordine di priorità. Preoccupa che i vertici sanitari definiscano quello di ieri un “importante risultato”, perché sembra che non si sia compresa la gravità della crisi. Pare quindi opportuno concludere riformulando un quesito già proposto: E’ eticamente accettabile e politicamente sostenibile non correggere da subito questi rischi per la vita, la salute, la sicurezza dei cittadini, poiché ogni giorno che passa è reale il rischio di morti evitabili, di invalidità evitabili, di sofferenze evitabili?”