Critiche durissime alle dichiarazioni del senatore di Fratelli d’Italia Menia contro l’insegnamento del friulano a scuola

«Le gravissime dichiarazioni del senatore Menia non devono stupire, fanno parte dell’ideologia nazionalista e sovranista che ha caratterizzato la recente campagna elettorale del centro-destra e i primi mesi del Governo Meloni, in cui la retorica dell’interesse nazionale e dell’identità italianissima è stata una costante. Si scopre così il loro vero volto». Così il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo, dopo le dichiarazioni, apparse oggi sulla stampa, del senatore di Fratelli d’Italia Roberto Menia per il quale il friulano e le altre lingue minorizzate non vanno insegnate a scuola, lanciando la sua battaglia in difesa dell’“identità nazionale” attraverso l’unità linguistica che passa, secondo l’esponente patriota, per l’uso dell’italiano, “lingua ufficiale dello Stato”.

«Siamo di fronte a un fatto gravissimo», continua Moretuzzo, annunciando la presentazione di una mozione del Gruppo Consiliare per chiedere che la Giunta Fedriga prenda immediatamente le distanze dalle dichiarazioni di Menia.

«Ricordo al senatore di Fratelli d’Italia che l’insegnamento della lingua friulana è previsto dall’art. 4 della legge statale 482/99 (“Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche”), che dà attuazione all’art. 6 della Costituzione italiana, e confermato dalla legge regionale 29/2007 (“Norme per la tutela, valorizzazione e promozione della lingua friulana”), che ne disciplina l’applicazione con un regolamento attuativo. Dunque, gli istituti sono tenuti a garantire l’insegnamento della lingua friulana agli alunni delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado quando le famiglie – quasi 30 mila secondo gli ultimi dati, pari all’80% del totale – ne fanno richiesta per le loro figlie e figli. Come è possibile che Menia legittimi a non dare attuazione alla normativa vigente?!».

«Ma soprattutto Menia dimentica – o ignora – che l’insegnamento della lingua friulana è elemento costitutivo e qualificante del percorso educativo, poiché garantisce a bambini e ragazzi tutti i vantaggi di un’educazione plurilingue e di una formazione che conduce alla creazione di una cittadinanza europea attiva e consapevole», sottolinea il capogruppo del Patto per l’Autonomia. «Come evidenziano gli esperti, la tutela della lingua friulana e il suo uso, insegnamento e apprendimento diventano per chi vive in Friuli un valore, un diritto e un’opportunità: formativa (l’apprendimento di più lingue aiuta l’apprendimento di altre lingue e di tutte le materie), educativa (la consapevolezza della diversità linguistica e culturale nel contesto locale, regionale e mondiale) e civica (il diritto alla lingua, il diritto alle lingue, la cittadinanza plurilingue e multiculturale)».

«Ricordiamo inoltre a Menia che autonomia e specialità del Friuli-Venezia Giulia trovano fondamento proprio nella presenza delle minoranze linguistiche e nella loro tutela – conclude il capogruppo del Patto per l’Autonomia –. O il senatore pensa che pure quelle siano superflue?». «Ci chiediamo infine cosa ne pensino delle dichiarazioni del senatore di Fratelli d’Italia i suoi colleghi di partito in Consiglio regionale e se il presidente Fedriga condivida le posizioni espresse da un suo alleato nella coalizione di centro-destra. Crediamo che il Consiglio Regionale debba prendere immediatamente posizione su questo tema e presenteremo una mozione in tal senso».