Da Udine l’appello di Landini per il voto referendario: «Battaglia che riguarda soprattutto i giovani»

«Quando incominciai a lavorare io, venni assunto come apprendista, imparai subito che avevo dei diritti e pochi mesi dopo venni assunto a tempo indeterminato e ho avuto la Oggi per le giovani generazioni non è così, c’è una precarietà che rischia di non essere solo un periodo della vita, ma è una condizione permanente». Lo ha dichiarato Landini sul palco del teatro San Giorgio di Udine, davanti a una platea di 300 persone, rispondendo alle domande dei giovani rappresentanti dell’Unione degli Universitari.

Ed è in primis ai giovani che si è rivolto il segretario generale della Cgil: «La battaglia che stiamo portando avanti con i referendum dell’8 e 9 giugno è una battaglia fatta anche, soprattutto per loro, perché la precarietà non è solo una condizione di lavoro, ma una condizione di vita. Se hai un contratto a termine non puoi ottenere un mutuo, non puoi ottenerlo nemmeno se hai quel contratto a tutele permanenti che è stato il prodotto di quella follia chiamata jobs act».

Dietro ai referendum, ha detto il segretario generale, una sfida a rimettere al centro della discussione, e dell’attenzione degli elettori, questioni che riguardano le condizioni reali delle persone: «Bisogna riaprire una discussione sui temi della precarietà, dei diritti, della sicurezza, per invertire la rotta dopo 25 anni di riforme contro il lavoro, riforme che hanno prodotto precarietà e lavoro povero. Già 4,5 milioni non hanno più la tutela dell’articolo 18, in 4,2 milioni lavorano con contratti part-time, spesso involontari, con redditi medi di 11mila euro annui. Noi rivendichiamo il diritto dei lavoratori di essere liberi, e chi è precario o rischia di morire sul lavoro non è libero. Rivendichiamo una libertà che non può essere solo del mercato e del profitto».

Durissimo l’attacco a chi promuove le ragioni dell’astensionismo e del non voto: «Lo trovo un errore politico e un fatto grave, perché di fronte a una crisi della democrazia, la democrazia si difende praticandola». Landini è tornato anche all’invito alle parole pro astensione del Presidente del Senato Ignazio La Russa: «Molti hanno reagito dicendo che è grave che la seconda carica dello Stato esprima posizioni di questo tipo. Io dico, se mi permettete la battuta, che è la seconda carica perché la prima, il Presidente della Repubblica, ha detto una cosa esattamente opposta». Quanto al quorum, l’obiettivo è difficile ma il leader della Cgil è convinto che possa essere raggiunto: «Non chiediamo di votare per qualcuno, ma per qualcosa: ed è un qualcosa che riguarda le condizioni di vita e il futuro di milioni di persone. È questo il messaggio che dobbiamo lanciare, è questo il senso profondo della sfida che ci siamo posti».

A lanciare un messaggio forte sull’importanza del voto anche il segretario generale della Cgil Fvg Michele Piga, che ha reagito anche all’ennesimo appello pro astensione, quello lanciato dal presidente di Confindustria Alto Adriatico Michelangelo Agrusti: «Il referendum non è lo strumento per affrontare temi come quelli al centro dei quesiti? È l’esatto contrario: questi referendum parlano di diritti, di dignità del lavoro, di sicurezza, di cittadinanza, e toccano in pieno il presente e il futuro di milioni e milioni di persone». Molto critico, il segretario regionale, anche sulle parole del Presidente della Regione Massimiliano Fedriga, che nei giorni scorsi si era espresso anche lui per l’estensione: «Noi, come il Presidente della Repubblica Sergio Matterella, crediamo che la democrazia passi attraverso la partecipazione e il diritto al voto. Le persone possono decidere se votare sì o no, ma i temi del lavoro sono centrali e dalle istituzioni ci aspettiamo un atteggiamento che le porti a partecipare al voto, non a disertare le urne».