Personale sanità in calo. Tetto di spesa imposto dalla Regione ostacola assunzioni

La stampa ha dato la notizia che il personale di Asugi, l’Azienda sanitaria giuliano isontina, è diminuito di 235 unità nel 2023 rispetto all’anno precedente. Lo ricorda in una nota Walter Zalukar dell’Associazione Costituzione 32.   Così Trieste, prosegue Zalukar, ha perso circa il 10% dei medici che scendono sotto quota mille, mentre il calo dell’organico infermieristico incide per circa il 4,2% in negativo.  Questo il commento dell’assessore alla Salute Riccardi: «Noi i soldi in più li abbiamo messi. La programmazione e le coperture di risorse davano un fabbisogno di 400 persone in più. Se queste però, a seguito delle procedure di reclutamento, non si trovano…».
Soldi in più? Ma le Linee annuali per la gestione del SSR per il 2024 non hanno fissato un tetto di spesa per il personale? Tetto di spesa che c’era anche nel 2023 e negli anni precedenti e che condiziona l’assunzione di medici e infermieri. Possibile che l’assessore alla Salute non si ricordi dei vincoli di spesa imposti ad Asugi? O forse la Giunta regionale ha deliberato a sua insaputa?  È vero che la carenza di medici e infermieri interessa tutta l’Italia, ma proprio per questo si dovrebbe cercare di attrarre e mantenere i professionisti con adeguate politiche del personale.  Invece a Trieste i medici ospedalieri hanno gli stipendi tra i più bassi d’Italia (dati MEF). Le prospettive di carriera sono ridotte al lumicino dopo i pesanti tagli dei reparti ospedalieri. I pochi dipartimenti e reparti superstiti sono spesso retti da facenti funzione, che hanno la stessa responsabilità del primario ma non la stessa paga. Il clima lavorativo è quasi ovunque opprimente per deficit di organizzazione, carenza di risorse, poca o nessuna tolleranza verso i professionisti che si lamentano o parlano in pubblico. Anche per i medici di medicina generale la situazione spinge alla fuga, essendo gravati da asfissianti incombenze burocratiche e privi di sufficienti supporti amministrativi. E simili considerazioni valgono per gli infermieri. Altro che i “soldi in più” ostentati dall’assessore, conclude Zalukar,  qui c’è una politica avara verso la sanità pubblica, che colpisce in particolare Trieste.