Dall’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti regionale FVG l’allarme sulle future “opere” del Recovery Fund

Inaugurazione online per l’anno giudiziario 2021 della Corte dei Conti regionale. La pandemia ha fatto approvare al governo interventi straordinari di sostegno al sistema produttivo: secondo il presidente della sezione giurisdizionale Paolo Simeon e la procuratrice generale Tiziana Spedicato dovranno essere condotti in un quadro di affidabilità e trasparenza, per non sprecare nemmeno una goccia delle ingenti risorse. In particolare i 208 miliardi di euro “del Recovery Fund “sono un debito che dovrà essere restituito dai nostri figli, ha spiegato il presidente Paolo Simeon, dunque questi soldi vanno spesi in investimenti strutturali. Bisogna creare valore, Pil, debito buono. Per questo, il controllo che dovrà esercitare la Corte dei conti è importante: la spesa dovrà rispondere ai criteri di “efficacia e tempestività” questo ovviamente sia sul piano nazionale che regionale. Nella sua relazione Simeon sottolineando i disagi causati dal Covid all’attività, che pure è proseguita con buoni risultati, si è soffermato sulle possibili conseguenze negative di due aspetti: il restringimento del concetto di dolo inserito nel decreto Semplificazioni e la norma, valevole fino al 31 dicembre, legata al Covid, denominata ‘paura della firma’ (art.21), dietro la quale, secondo Simeon, ci sono “rischi gravi”. Nel mirino dei magistrati anche la cosiddetta burocrazia difensiva, quella che Simeon ha definito la “paura della firma” da parte di alcuni dirigenti della pubblica amministrazione. Una forma di burocrazia da biasimare e combattere perché non è solo passiva, ma può provocare danni anche nella formula del “far finta di fare”. Il presidente ha paragonato questa norma al fatto che “se i treni arrivano in ritardo, sopprimiamo gli orologi’. Invece, ha proseguito, “l’omissione o l’inerzia vengono condannate”. In realtà, ha spiegato Simeon “Dietro l’incapacità o altro può nascondersi il dolo”. Il riferimento è generale ma è ovvio vederci anche la preoccupazione per il Recovery Fund sul quale la Corte conti dovrà avere un fondamentale ruolo di controllo. Del resto è notorio che dietro a progetti e grandi opere per far ripartire l’economia si possano celare, come spesso accaduto in passato, l’ombra del malaffare e il piatto oggi è quanto mai ricco. Basti pensare che le due linee d’azione pensate dalla Regione Fvg valgono  un piano da 10 miliardi per una serie di interventi con fondi regionali, “Si tratta di sei grandi opere – aveva detto il presidente Massimiliano Fedriga – che interessano il Porto Vecchio a Trieste, il Ponte sul Meduna a Pordenone, il quartiere di Sant’Osvaldo a Udine, il mercato all’ingrosso e il palazzetto dello sport a Gorizia e, infine, il piano integrato di sviluppo turistico-sostenibile dell’area litorale e carsica a Monfalcone”. A queste si aggiungono inoltre importanti investimenti sul turismo e ulteriori opere pubbliche a beneficio della comunità regionale. In sostanza la giunta regionale ha preparato un piano di progettualità da 10 miliardi di euro da finanziare con il fondo straordinario dell’Unione europea, il recovery fund, messo in campo per ripartire dopo la pandemia, con fondi del Governo e anche della Regione. Progetti da attivare entro giugno 2021 e realizzare entro giugno 2026.    Tra i grandi settori di investimento ci sono anche la piattaforma logistica intermodale, cui sarebbero destinati 3 miliardi e 400 milioni, il progetto di resilienza del territorio che punta alla crescita sostenibile per 2 miliardi e 4, la rivoluzione verde con 2 miliardi e 2, gli interventi nell’ambito della sanità per 733 milioni.

Anche il Consiglio regionale farà sentire la sua voce nelle grandi scelte del Recovery Fund. La mozione che chiedeva di costituire un tavolo di lavoro, sottoscritta da tutti i gruppi politici, è stata approvata all’unanimità al termine di un ampio dibattito nell’Aula di piazza Oberdan, eppure tutto questo non rassicura, perchè i segnali seprano riportano tutto alle vecchie logiche di spartizione territoriali e per sfere economiche di influenza.  Come stampa dovremo tenere ben ferma la lente su quanto avverrà e lo stesso dovrà fare  la Corte dei Conti il cui “avvertimento” speriamo sia arrivato chiaro.