Davide e Golia

Davvero, il Medio Oriente non ha pace, ne’ sara’ da qui a breve che la potra’ trovare. Il macello continua e non si limita di rimanere all’interno dei confine della Siria o dell’Iraq, ma periodicamente trova sfogo nella terra che forse piu’ di ogni altra determina le sorti dell’intera regione. La Palestina.
Cio’ che i media nostrani, ma tranquilli che sono in buona compagnia, propongono come analisi quanto sta succedendo, e’ semplicemente vergognoso; i cosiddetti giornali liberali (ormai anche la definizione “di sinistra” non solo pare sia fastidiosa, ma sarebbe davvero ingannevole) al massimo ci rifilano una descrizione che ad essere generosi si potrebbe definire superficiale. Israele ha diritto di difendersi; questo in sintesi e’ cio’ che ci sentiamo dire in continuazione da stampa, televisione e anche dai politici occidentali.
Per capirci bene, nessuno mette in dubbio il diritto alla difesa di uno Stato, ma in questo caso si potrebbe come minimo obiettare che tale difesa passi di gran lunga il confine della definizione del termine. Radere al suolo interi palazzi e sparae micidiali ordigni su una zona che e’ forse la piu’ densamente popolata del mondo, non pare si possa interpretare come difesa. Ma forse e’ questione di opinioni, ed io mi tengo la mia.
Che Hamas tenga comportamenti criminali e volontariamente autolesionisti, mi pare fuori dubbio; lanciare una marea di razzi e missili su Israele non puo’ che provocare un reazione dura da parte dello Stato ebraico (non sarebbe la definizione giusta, ma e’ quella che si sono scelti), reazione che non puo’ che portare a vittime innocenti. Il gioco di Hamas e’ un gioco sporco, che tende ad offrire vittime sacrificali pur di ottenere quella visibilita’ che gli e’ necessaria per sopravvivere e per proporsi come unico difensore dei palestinesi.
Anche il loro regime o governo come lo si vuole definire, non si puo’ definire esattamente democratico ed e’ estremamente corrotto; inoltre la sua politica, mica solo quella sia chiaro, ha fatto si’ che un popolo che nel passato era considerato aperto e democratico come raramente in Medio Oriente si poteva trovare, ora necessariamente si e’ irrigidito su posizioni non solo radicali, ma che con la democrazia e i diritti ha poco a che fare. Il tutto, assolutamente giustificabile da un atteggiamento da parte del mondo occidentale che continua a considerare un regime fascistoide, nucleare, occupante e che applica l’appathied come quello israeliano, l’unica democrazia regionale. E di conseguenza a cui tutto e’ permesso, compreso ignorare almeno una quindicina di risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell‘ONU che se non osservate da qualsiasi altro governo, avrebbe portato come minimo a sanzioni pesanti se non ad un intervento armato da parte delle solite volonterose coalizioni internazionali. Oppure di concedersi la liberta’ di andare in giro per il mondo a bombardare e assassinare le persone che ritiene rappresentino un pericolo per la sua, guarda caso ancora, sicurezza.
Pensare che cio’ che succede in questi giorni non sia conseguenza diretta della politica che Israele ha esercitato negli ultimi cinquanta e passa anni, ma potremmo partire dal 1948 in realta’, significa non aver compreso nulla della situazione mediorientale. Detto chiaramente, la nascita di un’organizzazione come Hamas a Israele ha fatto molto comodo; non ha caso si sostiene che abbia alacremente e segretamente contribuito alla sua realizzazione.
Naturalmente se un’ entita’ come Hamas e’ riuscita a vincere le elezioni a man bassa soprattutto a Gaza, non e’ un caso. L’ignavia dei rappresentanti dell’Autorita’ Nazionale Palestinese, per capirci Abu Mazen e i suoi, dal 2005 non ha fatto altro che rafforzare Hamas che nel frattempo si e’ proposto come unica alternativa all’accettazione pavida delle decisioni dell’occidente. Occidente che non ha la minima intenzione di disturbare Israele facendosi, come dovrebbe, carico di proposte di pace serie e realistiche che non possono che partire dall’occupazione illegale della Cisgiordania e di Gerusalemme est, delle colonie (tutte illegali) in continua espansione nei territori che Israele si e’ di fatto annesso dal 1967. Ci starebbero anche le Alture del Golan, ma quelle sono siriane e per ora, nonostante tutto da quelle parti sia connesso, e’ meglio lasciarle fuori.
Ci sarebbe invece da considerare la politica israeliana nei confronti della parte della sua popolazione (circa il 20%) araba, e che dovrebbe essere cittadina israeliana a tutti gli effetti. Dovrebbe, si diceva, mentre nella realta’ cosi’ non e’ affatto. Come si possa definire democratico un Paese al cui governo c’e’ un personaggio come Netayiahu in coalizione con l’estrema destra fascista di Bennet, Liebermann e gli altri estremisti fanatici, non si capisce, ma questo e’ cio’ che pensano dalle nostre parti. Salvini in confronto e’ un principiante. Che poi le carceri israeliane siano piene di palestinesi arrestati senza una motivazione precisa (detenzione amministrativa….) e che tra di loro ci siano minori e bambini, non pare scuota eccessivamente le nostre coscienze. Gli ultimi eventi come i pogrom dei rappresentanti della destra ebraica nei confronti dei palestinesi, l’irruzione alla mosche di al Aqsa, la cacciata dei legittimi proprietari delle case a Gerusalemme est in favore dei coloni ebrei, la continua espansione delle colonie e i continui soprusi che i loro abitanti esercitano sui locali, prima o poi non possono che portare a conseguenze come quelle sotto i nostri occhi in questi giorni.
Ecco allora che a parti invertite si ripropone il mitico duello tra Golia, che stavolta non e’ un filisteo ma un ebreo e David che a sua volta non e’ un ebreo ma un filisteo. Come andra’ a finire, non c’e’ dubbio; Hamas avra’ anche e ancora probabilmente un fracco di missili e razzi da sparare su Israele, e i cui risultati stavolta hanno destato non poca sorpresa tra la spaventata popolazione israeliana. Ma far fronte allo strapotere dell’esercito e dell’aviazione con la stella di David non lasciano spazio a dubbi sul risultato. Stavolta David con la sua fiondina non riuscira’ se non a scalfire la gigantesca forza bruta di Golia.
Nel frattempo Gaza sara’ di nuovo distrutta, Hamas comunque si presentera’ come l’unica forza politica e militare in grado di porsi contro la prepotenza israeliana, Abu Mazen non perverra’ (straordinario il suo silenzio o quasi), ma avra’ temporaneamente evitato di andare ad elezioni che Hamas avrebbe vinto a mani basse, terrorizzato che tra i candidate si possa proporre Marwan Barghouti, guarda casoda lunghi anni ospite delle prigioni di Israele accusato di reati mai dimostrati. E magari sperando inutilmente che questa ennesima carneficina possa portargli qualche voto in piu’ per continuare a vivacchiare senza avere ottenuto in cambio altro che false promesse dai suoi interlocutori internazionali mentre continua l’espansione delle colonie e la cacciata dei palestinesi da Gerusalemme.
Nel frattempo Netanyahu avra’ avuto l’occasione per dimostrare, dopo quattro inutili elezioni negli ultimi due anni, che non c’e’ alcuno spazio diverso dal suo ennesimo governo destinato a naufragare guadagnando il tempo necessario per tenersi ancora lontano dai tribunali che devono prima o poi giudicarlo per corruzione, frode e abuso di potere.
Intanto la gente, come al solito, puo’ continuare tranquillamente a perdere tutto, a crepare mentre qui noi ci impegnano in vuoti proclami che stabiliscono che cio’ che accade e’ inaccettabile. Poi ci giriamo dall’altra parte convinti di avere fatto il nostro dovere in attesa della prossima guerra e dei prossimi innocenti che ne pagheranno il prezzo. Niente male davvero, un po’ come il gioco dell’oca.

Docbrino