Depuratore di Lignano, la telenovela ventennale continua. Capozzi – Sergo M5S: “Benigno non vuole ammettere i problemi, ma l’impianto deve esser completato dal 2005”
“E’ logico che il Presidente di una società finita, di nuovo, sotto l’occhio del ciclone per colpa di quello che dovrebbe essere il suo gioiello o comunque il suo miglior biglietto da visita capace di coniugare salute pubblica e sostenibilità ambientale, si senta attaccato e cerchi di giustificare quanto fatto, o non fatto, in questi anni, ma certe cose non si possono leggere”. A dirlo per il MoVimento 5 Stelle sono la consigliera regionale Rosaria Capozzi e il coordinatore provinciale di Udine Cristian Sergo. “Sono 7 anni che in qualità di consigliere regionale prima e coordinatore del movimento poi ho avuto modo di evidenziare i problemi del Depuratore di Lignano – ricorda Sergo – così come fatto durante la conferenza stampa dal Presidente di Legambiente FVG Sandro Cargnelutti. L’unico dato risultato oltre la soglia di legge per la presenza degli enterococchi fecali è stato campionato dalla Goletta Verde nei pressi dello scarico del depuratore di Lignano in Laguna nella stessa zona in cui è stata riscontrata anche la salmonella in eccesso nei molluschi dall’ASUFC fino a pochi giorni fa, segno, come riportato dai media della sofferenza dell’impianto. Il Cafc continua a non ammettere i problemi, ma senza consapevolezza, non si troverà mai una reale soluzione”. “Nel Luglio 2023 ci sono stati quattro campionamenti negativi su sei controlli effettuati, con tanto di verbali di Arpa FVG per illecito amministrativo e inquinamento corpo idrico per aver superato anche di 160 volte i limiti imposti, questi verbali si sommano agli undici presi nei 5 anni precedenti. A mettere in discussione quello che per il Presidente Benigno è un processo depurativo corretto è l’Agenzia Regionale, non altri. Per limitare i verbali la soluzione della Regione – sostiene la consigliera Capozzi – è stata quella di togliere il limite imposto per il batterio escherichia coli sui singoli controlli, concedendo al Cafc di mantenere una media annuale. Ovvero, se a giugno luglio o agosto i campioni supereranno i limiti consigliati dal Codice dell’Ambiente, la novità prevede che i loro valori sommati a quelli dei campioni prelevati in primavera o autunno siano “mediamente” inferiori a tale limite. D’inverno Arpa non analizza mai l’impianto. Si parla di riutilizzare le acque ma i valori di escherichia coli emessi dal depuratore non sono sempre conformi al regolamento europeo per il riuso, per cui prima si dovrebbe intervenire sul processo di depurazione nel suo complesso, ma in assestamento è stato bocciato un mio emendamento che chiedeva questo”.
“L’impianto è e rimarrà lo stesso sicuramente per questa e per la prossima estate. Il sedimentatore aggiuntivo, che a dire della società completa i lavori del 2015, è obbligatorio almeno dal 2019 e verrà collaudato (si spera) forse fra due estati. Sarebbe già qualcosa, perché l’ultimo realizzato nel 2015, per la metà della sua capacità progettata, deve esser ancora collaudato. In ogni caso la sedimentazione è una delle ultime attività, i problemi rimangono a monte. Sull’impatto della depurazione delle acque – concludono Capozzi e Sergo – invitiamo il Cafc a chiarirsi con la dr.ssa Paola Del Negro dell’OGS, secondo la quale i nostri mari avrebbero pochi nutrienti perché depuriamo troppo le nostre acque. Secondo Benigno invece l’impatto del depuratore sul mare è trascurabile. A chi dobbiamo credere?”.