Depuratore San Giorgio di Nogaro: dal PNRR 10 milioni di euro per l’ammodernamento

Un finanziamento di ben 10 milioni di euro sul progetto PNRR per l’ammodernamento del depuratore di San Giorgio di Nogaro in gestione a Cafc S.p.A. è la buona notizia che il presidente Salvatore Benigno comunica con una nota con enorme soddisfazione. Soddisfazione, si legge ancora,   condivisa dalla rete di gestori “Smart Water Management Fvg” composta, oltre che dal Cafc, da AcegasApsAmga S.p.A., Livenza Tagliamento Acque S.p.A., HydroGEA S.p.A., Irisacqua S.r.l., Acquedotto Poiana S.p.A., Acquedotto del Carso S.p.A. Il progetto “Ammodernamento e realizzazione di nuovi impianti innovativi di trattamento/riciclaggio fanghi di acque reflue” è il primo classificato tra le regioni del nord, quinto a livello nazionale. “Un chiaro esempio di come condividendo le necessità di tutti, e lavorando in sinergia con l’ente di governo d’ambito Ausir e le amministrazioni comunali, si possano ottenere grandi risultati – afferma il presidente del CAFC , Salvatore Benigno -. Con tutti i presidenti degli enti gestori abbiamo fortemente creduto nella costituzione di un contratto di rete senza soggettività giuridica con mandato di rappresentanza alla società CAFC SpA, che riunisca tutti gli attori presenti nel sistema di gestione del Servizi Idrico Integrato della Regione FVG. L’obiettivo è quello di accrescere la capacità competitiva dei soggetti componenti attraverso l’esercizio in comune di attività di rappresentanza nei confronti di stakeholder istituzionali, e di definire progettazioni unitarie che, alla luce dei risultati conseguiti, sono state premiate. Davvero un ottimo lavoro da parte di tutti”.  Il progetto finanziato, si legga ancora,  avrà l’obiettivo di ammodernare gli impianti esistenti presso il depuratore di San Giorgio di Nogaro, riducendo i volumi dei fanghi di depurazione trattati mediante essicamento termico, fornendo al contempo una gestione maggiormente sostenibile ed economica del processo di gestione dei fanghi derivanti dall’attività di depurazione con utilizzo di fonti energetiche rinnovabili in sostituzione di quelle fossili, nel pieno rispetto dei principi di “economia circolare” dell’Agenda 2030.  Tutto bene, nulla da eccepire, ma cercheremo di capire se quanto da noi sostenuto nel dicembre 2019, relativamente ad un collegamento fra il sempre contestato depuratore di Lignano Sabbiadoro e l’impianto di San Giorgio di Nogaro,  verrà realizzato per risolvere i problemi,  sempre negati, dell’impianto lignanese. Scrivevamo nel 2019: “Non vorremmo risultassero vere le voci che girano con insistenza di un mega-progetto per risolvere, evidentemente un problema che non c’è, un collegamento sottomarino fra l’impianto di Lignano e il ciclopico depuratore di San Giorgio di Nogaro. Solo voci ovviamente e non sappiamo neppure se vi sia una fattibilità tecnica, ma non serve essere eccelsi analisti della merda, come quelli che albergano nelle società di gestione dei servizi, per capire che un’opera di questo tipo avrebbe costi giganteschi….. Una nuova infrastruttura potrebbe essere nuova panacea per le voraci fauci di costruttori, burocrati e progettisti. Ma del resto perché ostacolare il progresso, poco importa se il depuratore di Lignano potrebbe essere completato ed aggiornato rispetto al progetto originario, al progresso non bisogna porre ostacoli. Del resto i primi esempi storici di fognature risalgono al lontanissimo 3000 a.C. E furono rinvenute nella valle dell’Indo, tra l’India ed il Pakistan. A quei tempi, anche se i sistemi erano evidentemente molto rudimentali, già c’era il concetto “sociale” delle fognature, dove far confluire i propri bisogni, un bel tubo. Nel terzo millennio i “bisogni” sono di altra natura, ma questa è tutta un’altra storia”.