Di Maio “sale” in cattedra e chiede agli alleati più serietà e l’abbandono dell’annuncite di cui però era campione

Certo che il ravvedimento è sempre possibile ma un Luigi Di Maio che dimenticandosi dei suoi roboanti annunci del passato, compreso quello sull’abolizione della povertà, parla di “fare prima di dire” ha un che di comico: “Il mio è un appello rivolto a tutti. Vedo membri di governo che scrivono la manovra sui giornali, ma non bisogna cadere nell’annuncite: è una sindrome leghista” e “proprio perché ci sono passato dobbiamo imparare dagli errori, senza fare la gara a chi dichiara o annuncia di più. Si prenda esempio dai ministri dell’Economia Gualtieri e dell’Interno Lamorgese, che prima di dire fanno”. Bene il ravvedimento sperando che non sia frutto del solito tatticismo tanto di moda nelal politica del terzo millennio che non smetteremo mai di considerare irrispettoso per l’intelligenza degli italiani, almeno di una grande parte che non la bevono più. Le esternazioni del ministro degli Esteri Luigi Di Maio sono state espresse in un colloquio con Il Fatto e riprese d molte testate compresa l’agenzia di stampa 9 Colonne diretta da Paolo Pagliaro che così racconta la vicenda partendo dalle dichiarazioni di Gigino: “Temo che sia partito tutto – dice Di Maio – dalla lettera di Renzi al Corriere della Sera (in cui suggeriva come fare la manovra, ndr). Leggo troppe interviste tra Pd e Italia Viva, gli uni contro gli altri e così si dà la percezione di una lite continua nel governo. Ma non bisogna rincorrere uno che ha il 4%, gli fanno solo un favore”. “Se si andasse a elezioni – aggiunge -, il suo partito non entrerebbe in Parlamento. Rispondendogli, non si fa che alimentare la promozione della Leopolda, cioè il suo gioco”. E la replica del premier Giuseppe Conte? “Se Giuseppe gli ha risposto significa che doveva farlo. Ma penso che sia il momento di fare un punto tra ministri e capigruppo per dare chiaramente le regole di ingaggio, perché i problemi di comunicazione potrebbero diventare politici”. Riguardo alla richiesta di Renzi a Conte di riferire sull’incontro tra il ministro della Giustizia Usa ed i vertici dei nostri servizi segreti precisa: “Le considerazioni di Renzi non meritano risposta. Per il resto, io mi fido ciecamente di Conte, e sono certo che darà tutte le risposte necessarie in audizione al Copasir”. Poi il taglio dei parlamentari il cui voto è previsto domani: “Mi aspetto che venga votato a grande maggioranza e in modo trasversale, anche dai parlamentari di opposizione. Il 90% degli italiani vuole il taglio”. Potrebbe marcare visita qualche grillino: si parla di altri parlamentari in uscita… “Non ho segnali di altre uscite, ma voglio dire che certi comportamenti non sono tollerabili. Sabato ho sentito in conference call gli avvocati del M5S, e abbiamo deciso di chiedere a chi è uscito i soldi delle restituzioni non effettuate e quelle per gli anni che passeranno in un’altra forza politica. Per esempio anche a Silvia Vono (la senatrice passata con Renzi, ndr), che non restituiva da ottobre. Questi parlamentari hanno firmato un contratto e devono rispettarlo”. Poi interviene sulla vicenda della deputata Dalila Nesci ha annunciato di volersi candidare a governatore della Calabria: “Dalila è intelligente, e sa che non si può fare. Abbiamo delle regole e vanno rispettate. Non esistono deroghe. Ho visto questa Carta di Firenze (stilata da dissidenti, ndr): il problema non è l’iniziativa in sé, ma l’utilizzo improprio del simbolo. Non posso tollerarlo, altrimenti si crea un precedente”. Ed ai veterani del movimento grillino che lo accusano di essere un autocrate replica: “Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio mi hanno sempre detto che il Movimento aveva bisogno di un capo politico: quando Gianroberto sentiva il contrario saltava sulla sedia. Qualcuno li cita a sproposito”, “gli iscritti mi hanno votato e riconfermato, ma se si chiede la redistribuzione dei compiti sono il primo a volerla. A `Italia5Stelle’ a Napoli il prossimo fine settimana lancerò le modalità di candidatura per i facilitatori nazionali e i referenti territoriali. Tra i 12 nazionali e i territoriali si arriverà a quasi cento persone. E, se si dividono le responsabilità, io sono contento. Ora, se si perde nel più piccolo Comune, è sempre colpa mia. Con i referenti, ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità”. Infine chiude parlando dell’Umbria: “Bianconi è bravissimo, ci ha cercato lui ed è il perfetto candidato per un patto civico”, “ha votato per un candidato sindaco di destra, ma questo conferma che è post-ideologico, cioè che va benissimo. Mi aspetto che tutto il governo partecipi alla campagna elettorale e sono lieto che anche Conte abbia dato la sua disponibilità”.

 

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