Dibattito su “crisi industriale: chiusure e licenziamenti. ”Iniziativa di Rifondazione comunista-Sinistra europea e ManifestA a Trieste
“Trieste, crisi industriale: chiusure e licenziamenti” è stato questo il tema dell’incontro che s’è tenuto oggi, a Trieste, nei locali del Knulp. Ad organizzarlo Rifondazione comunista-Sinistra europea insieme a ManifestA, componente parlamentare nata pochi mesi fa: a rappresentarla c’è stata la deputata Yana Ehm, intervenuta alla presenza dei delegati sindacali delle aziende in crisi: Wartsila, Flextronics ed ex-Principe (oggi Queen’s). “Ho trovato doveroso esserci: il licenziamento collettivo di 450 persone da parte di Wartsila – ha esordito Yana Ehm – è gravissimo ma non è purtroppo nuovo nel panorama nazionale. Lo diciamo da tempo: è necessario dare garanzie a chi lavora poichè il diritto al lavoro è un diritto costituzionale”. Presente all’appuntamento anche Goran Cuk, vicesindaco di San Dorligo della Valle, sul cui territorio hanno sede due aziende tra le tre citate: “Parliamo di Wartsila ed ex-Principe – ha affermato –, anche se pure Flex è molto vicina a noi. In particolare le crisi della Wartsila sono cicliche: quell’attuale, però, è la più meschina. Non si tiene affatto conto di ciò che le persone rappresentano nel mondo del lavoro: siamo solidali con loro anche se come amministrazione possiamo fare poco”. Ehm, deputata di ManifestA, è stata eletta alla Camera in una circoscrizione della Toscana, area dove due grosse crisi hanno coinvolto altrettante aziende di cui s’è parlato a lungo: l’ex Pirelli, oggi Bekaert, e l’ex GKN, acquisita nemmeno un anno fa da Qf spa-gruppo Borgomeo. “Lo dico per l’esperienza vissuta nella mia regione – ha aggiunto Yana Ehm : l’attenzione attuale delle istituzioni e la solidarietà in piazza di oggi è sì fondamentale ma rischiamo di trovarci in un silenzio assordante più avanti”. Ci sono imprese che garantiscono solidità e l’assenza di difficoltà che, a distanza di pochi mesi, delocalizzano o chiudono. “Con GKN abbiamo preparato una proposta di legge anti-delocalizzazioni, firmata da me, nell’ottobre 2021: il Parlamento non l’ha mai calendarizzata né ha fatto altro. Vedo solo tante lacrime di coccodrillo, nonostante molti siano scesi in piazza disdettando le ferie pur di stare al fianco dei lavoratori in protesta”. “La chiusura di Wartisla è una cosa di cui si parlava già nel 2003 – ha affermato il delegato Fiom Igor Cerutti -: l’azienda solo in primavera dava garanzie e parlava di assumere molte persone. Noi ora restiamo in presidio davanti ai cancelli”. E’ intervenuta Sharon Vigini di Usb e Flex: “Negli ultimi 7 anni abbiamo perso quasi 200 unità e l’azienda sostiene di essere in crisi da anni: il prodotto che abbiamo creato qui a Trieste ora lo fanno a Timisoara, in Romania. Spetta alla politica tutelarci”. “Le delocalizzazioni avvengono spesso lentamente, ma in modo inesorabile – ha detto il delegato Fiom di Flex, Marcello Billia -. Dopo le prossime elezioni credo che cambierà poco: continuano ad acquisire le nostre aziende un pezzo alla volta”. “Per noi che lavoriamo all’ex-Principe – sostiene Sergio Machado – a breve ci sarà la cassa integrazione, quindi la Naspi: la politica non ci supporta oltre”. Infine è stata la volta di Riccardo Laterza, consigliere comunale di Adesso Trieste nel capoluogo regionale: “Le aziende di cui parliamo producono tutte utili: c’è sempre il profitto ma non l’idea di quel che è anche il valore sociale di un’impresa. Noi non possiamo fare a meno dell’industria locale basandoci solo su commercio e turismo: bisogna ripensare a livello nazionale la presenza dello Stato nell’economia e come intervenire nel sistema industriale per il bene di tutti”. LM