Difesa diritti delle donne. Serena Pellegrino: è necessaria coerenza istituziona

“Nella giornata di ieri in Consiglio Regionale si sono svolti due importanti eventi che hanno visto protagoniste le donne a difesa dei loro diritti sia sociali che sanitari. Con la prima si è posta l’attenzione sulla violenza sulle donne: due associazioni, l’Endometriosi FVG ODV e l’Associazione italiana sindrome fibromialgica-AISF ODV, rappresentate rispettivamente da Sonia Manente e da Giusy Fabio, hanno donato al Consiglio una sedia rossa, simbolo della difesa delle donne dalla violenza subita, ponendo l’accento che non c’è solo quella fisica patita nei luoghi familiari, ma anche quella inflitta da coloro che non riconoscono alle donne determinate malattie di genere, che la stessa medicina di genere deve ancora fare molti passi avanti e che troppe volte non ci sono luoghi dove possono essere seguite nel loro percorso tanto che molte rinunciano a curarsi.” Così esordisce in una nota la Consigliera Regionale Serena Pellegrino, Alleanza Verdi e Sinistra a margine di una convulsa giornata in Consiglio Regionale. E prosegue: “Il presidente del Consiglio Bordin ha accolto questa iniziativa con grande calore e ha avuto per loro, e per tutte le donne, importanti parole di riconoscimento. Immediatamente dopo lo stesso Presidente ha ricevuto una delegazione di donne del comitato che si è costituto contro la chiusura di due consultori pubblici di Trieste, donne di tutte le generazioni che per mesi si sono battute per difendere questi importanti presidi di prossimità che danno un enorme servizio a tutte le donne di ogni età e nazionalità, luoghi conquistati con fatica a partire dalle lotte degli anni settanta.” Continua Pellegrino “durante l’incontro si è evidenziato tutto il percorso svolto e rivendicate le azioni che sono state puntualmente bocciate o peggio ignorate da parte della Maggioranza in ogni ambito, compreso quello istituzionale. Il consigliere Lobianco, intervenuto durante l’incontro, ha dichiarato ufficialmente che appoggia e rivendica come positive le scelte fatte dalla direzione ASUGI e che avrebbe votato contro la mozione che si sarebbe dovuta discutere nel pomeriggio, dicendo che la posizione di queste donne è ideologica. Dopo numerose manifestazioni le donne del comitato hanno presidiato il Consiglio regionale nel piazzale antistante in attesa di poter entrare e assistere alla discussione della mozione. Ebbene si può affermare, senza ombra di smentita, che ieri vi è stata da parte della maggioranza una visione e un’azione quanto meno dicotomica.” La Consigliera si è dichiarata “basita di fronte alla schizofrenia bipolare di una Maggioranza che da un lato denuncia e stigmatizza le arroganze che le donne subiscono ogni giorno ospitando giustamente delle rappresentanti di associazioni che si battono contro la violenza sulle donne, onorandole anche del sigillo del Consiglio Regionale, e dall’altra non solo boccia senza appello la mozione presentata da tutta l’opposizione contro la chiusura di due dei quattro consultori pubblici a Trieste, ma gioca tutte le carte e regole possibili per non farla discutere in Aula. Rimango allibita – incalza la consigliera di Opposizione – da questo braccio di ferro fatto contro le donne che sono state respinte anche davanti all’ingresso del Palazzo della Regione con tanto di dispiego delle forze dell’ordine come fossero dei soggetti pericolosi e resto esterrefatta quando l’Assessore difende il taglio dei presidi sostenendo che slo così si può migliorare il servizio. La palese volontà di non accettare le richieste di tante donne di mantenere dei presidi di prossimità, servizio rivolto soprattutto alle giovani generazioni che hanno manifestato nella piazza antistante il Consiglio denunciando la violenza perpetrata alle donne, è la palese manifestazione di una politica miope. Ricordo – prosegue Pellegrino – che le richieste avanzate dalla Minoranza del Consiglio e dalle donne di Trieste, non ha nulla di ideologico, né strumentale ma è funzionale al rispetto del dettato legislativo nazionale e del regolamento regionale che prevede la presenza sul territorio di almeno un Consultorio Familiare ogni 20.000 abitanti. È inaudito, inoltre – conclude la Consigliera – che il Presidente Fedriga abbia declinato la richiesta di colloquio con le referenti del comitato, con la motivazione che la questione è affidata alle scelte della dirigenza dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano isontina. Ebbene se così fosse, ovvero che fosse solo una scelta tecnica, i vertici dell’ASUGI avrebbero dovuto ottemperare a quanto stabilito dalla normativa nazionale. Evidentemente così non è. Un dirigente, per quanto possa agire in autonomia, non può derogare le leggi a cui tutti devono sottostare. Anche non piacessero.” E conclude: “cosa dirà il presidente Fedriga a quei soggetti privati che vorranno realizzare nuovi consultori nella città di Trieste, con la normativa in mano che prevede l’istituzione di 10 consultori? Cosa risponderà quando gli chiederanno l’accreditamento e la convenzione con il pubblico? Dirà anche a loro che sono sufficienti solo due?”