“E’ emergenza idrica” secondo Cafc in questo maggio la situazione è critica come se fosse agosto, in allerta il sistema dell’acquedotto

Questo maggio la situazione è critica come se fosse agosto, la siccità mette in allerta il sistema dell’acquedotto. A dirlo è la società di gestione Cafc che chiede ai cittadini di evitare sprechi e consumi eccessivi, innaffiare con acqua riciclata e niente bagni.  Consigli virtuosi a parte, va però detto, che sono anni che si prevedono carenze idriche dovute ai cambiamenti climatici. Pur comprendendo che il reperimento di nuove fonti di approvvigionamento  non è cosa semplice da affrontare, così come non è semplice mettere in sicurezza centinaia di chilometri di tubature, forse  da parte della società di gestione qualche ulteriore progetto e azione si poteva preventivamente mettere in campo visto che la siccità oggi riscontrata non è da considerarsi evento straordinario e l’ammissione di Cafc che il periodo di prolungata assenza di precipitazioni sta mettendo in crisi anche il sistema acquedottistico è ammissione di inefficienza, quantomeno programmatica, se non progettuale. Facile è scaricare poi sui cittadini. CAFC Spa infatti invita i cittadini ad utilizzare solo l’acqua necessaria, evitando qualsiasi spreco e l’eccessivo consumo (dalla doccia prolungata all’innaffiare giardini). “In tale situazione di difficoltà non è assolutamente possibile utilizzare l’acqua dell’acquedotto per irrigare prati e orti – avverte la società -, che vanno invece bagnati con l’acqua con cui laviamo frutta e verdura e, quando piove, con la raccolta delle acque meteoriche. Ricordiamo che l’acqua potabile è una risorsa limitata ed esauribile. Ecco perché bisogna che tutti noi modifichiamo un po’ le abitudini, riducendo la quantità di acqua utilizzata normalmente”.  Ad alzare la soglia di allerta, spiegano i gestori di gran parte degli acquedotti del Friuli, sono state la recente diminuzione della portata di alcune sorgenti deputate alla fornitura idrica e l’abbassamento continuo delle falde. Al CAFC viene segnalato, questo maggio, un livello paragonabile a quello riscontrato normalmente nel mese di agosto. Il periodo di prolungata assenza di precipitazioni sta quindi mettendo in crisi anche il sistema acquedottistico anche in considerazione dei cambiamenti climatici che sempre più spesso ci pongono di fronte a nuove condizioni. “Purtroppo – prosegue CAFC – siamo ormai abituati ad avere l’acqua disponibile ogni giorno, nelle nostre case, negli uffici, a scuola. Ma quanti riflettono sul fatto che quello che viene definito “l’oro blu” sia un bene prezioso, non infinito e mal distribuito?”. Vero, come è giusto invitare a comportamenti più virtuosi, ma forse i primi a non aver considerato l’acqua “l’oro blu” un bene prezioso sono proprio i gestori del servizio anche se cogliamo nell’affermazione “mal distribuito” se non una ammissione di colpa almeno una velata autocritica. Pur comprendendone lo spirito, appare abbastanza  strano, che sia una società, anche se a capitale pubblico, ad invitare a un cambiamento dei nostri stili di vita.  “Basta seguire, nel quotidiano, alcuni piccoli consigli (che CAFC ha pubblicato anche sul suo sito) su come risparmiare il consumo dell’acqua. Ma come si è arrivati all’emergenza idrica già in primavera? Spiega Cafc per giustificare la situazione: “Questo inverno è sicuramente capitato di passare accanto a un fiume e notare che era particolarmente secco, o di andare a sciare in località che ricordavamo non così brulle e povere di neve. Non è strano: l’inverno 2021-2022 è stato uno dei più siccitosi degli ultimi anni. Emblematico il caso del Po, che però non ci risulta scorra in Friuli: il livello del fiume ha toccato il record di negatività degli ultimi 30 anni. La siccità è normale in specifiche zone del Pianeta. In altre stiamo invece assistendo a dei cambiamenti molto significativi dovuti, essenzialmente, al mutamento della distribuzione delle precipitazioni che si concentrano in sempre meno giorni, provocando lunghi periodi di siccità alternati piogge a volte catastrofiche (le cosiddette “bombe d’acqua”). La crisi climatica, causata dalle emissioni in ambiente da parte di svariate attività umane, è la principale causa di questi avvenimenti. Tutto vero ma tutto previsto da anni senza che nessuno di quanti potevano fare qualcosa lo facessero.