Ennesimo allarme sul funzionamento della Sala Operativa Emergenza Sanitaria di Palmanova 118. Gli infermieri denunciano inaccettabili criticità

Era nell’ordine delle cose che dovesse accadere, dopo le tante notizie di malfunzionamenti nella gestione del soccorso del Sores 118 con quella che è definita l’estrema criticità della Sala Operativa Emergenza Sanitaria di Palmanova (SORES), la denuncia arriva dagli infermieri che vi lavorano che hanno pubblicato un documento sindacale (vedi pdf allegato in calce) che merita massima attenzione.
A lanciare l’allarme è ancora una volta l’Associazione Costituzione 32 che nel suo manifesto costitutivo dice fra l’altro di proporsi come Osservatorio permanente dello stato della sanità pubblica nell’intero territorio regionale, al fine di  evidenziare i  punti di criticità e proporre idonee soluzioni, offrendo completa disponibilità alle forze politiche,  ai comitati di rappresentanza dei cittadini, alle organizzazioni sindacali,  insomma a tutti coloro che si ispirano ai valori dell’art 32 della Costituzione Italiana, fortunatamente rimasta integra grazie all’intelligenza degli italiani.
Gli infermieri denunciano in primis la carenza di personale, che attualmente, spigano dal sindacato Nursint, consta di 41 unità contro le 53 necessarie, oltre il 20% di organico in meno, che “genera sovraccarico di lavoro e quindi stanchezza tra gli operatori, con incremento del rischio di errori. Ciò ha contribuito a determinare l’abbandono di un numero non trascurabile di infermieri che provenivano dalle vecchie centrali provinciali, quindi esperti, a cui sono subentrati operatori senza esperienza specifica, alcuni addirittura di prima assunzione”. Inoltre una decina infermieri, che hanno da tempo presentato istanza di trasferimento, continuano ad essere comandati in tale servizio, essendo difficile rimpiazzarli. Così alla stanchezza si aggiunge la demotivazione di chi è costretto a fare un lavoro che non vuole più fare”.

Non occorre sottolineare quale micidiale miscela si forma mescolando stanchezza, demotivazione, inesperienza, spigano dall’associazione Costituzione 32.

Le condizioni peggiorano, aggiungono, quando la sede di lavoro e’ inadeguata. Insomma vi sarebbero anche carenze logistiche strutturali “Non c’è illuminazione naturale per cui gli infermieri lavorano anche 12 ore consecutive con luce artificiale; mancano locali adeguati per i momenti di pausa previsti. Soprattutto è impossibile impedire l’ingresso in Sala operativa ai non addetti ai lavori, essendo liberamente accessibile a chiunque si trovi all’interno della sede della Protezione Civile. Quindi un vulnus per la concentrazione degli operatori. E per non parlare dell’esposizione di responsabilità, visto che in Sala operativa sono trattati di continuo dati sensibili.
Ma non solo, aggiungono da da Costituzione 32, il medical priority dispatch, cioè il “protocollo” informatizzato che regola le interviste telefoniche con chi chiama soccorso appare deficitario dato che gli infermieri denunciano la mancanza del controllo qualità previsto e la mancanza di policy adeguate per rendere più funzionale il sistema, che è costato circa 250.000 euro, ma presenta così un utilizzo parziale e non ottimale. E’ intuitivo che lo standard di risposta telefonica a chi chiede aiuto è un anello fondamentale nella catena dei soccorsi.
Sconcertante inoltre quanto denunciato dagli operatori circa Punti blu e Dae. La SORES dovrebbe avere la funzione di controllo e gestione della rete dei defibrillatori automatici esterni (DAE) dei punti blu presenti su tutto il territorio, ma la SORES non ne ha la conoscenza completa con l’evidente rischio letale di mancato utilizzo in caso di arresto cardiaco in luogo pubblico.

Il colpo di grazia arriva dalle tecnologie, risultando hardware e software inaffidabili, in particolare:
il mancato allineamento dei data-base di NUE112 e SORES: l’infermiere spesso deve riscrivere l’indirizzo del luogo dove inviare i mezzi di soccorso perché il data-base SORES è diverso da quello utilizzato dal NUE, con conseguente rischio di errore e inevitabile perdita di tempo;
il software gestionale è ancora lento in alcune funzioni e periodicamente va in crash;
il software telefonico spesso si blocca causando potenziali ritardi nell’allertamento dei mezzi di soccorso; il sistema radio produce comunicazioni spesso distorte con i mezzi su gomma ed è quasi inintelligibile con l’elicottero; i tablet posizionati sui mezzi di soccorso non sono affidabili in modalità navigazione, possono cioè indicare strade diverse da quelle in cui si trova l’ambulanza.
In sintesi il passaggio di chiamata da NUE 112 a SORES può essere imprecisa e impiegare tempi eccessivi; ma la chiamata può essere anche persa per crash, l’ambulanza può essere allertata in ritardo per blocco del software telefonico; ma anche le comunicazioni radio possono non essere comprensibili, infine la strada su cui corre l’autoambulanza non è sempre indicata con precisione dal tablet.
A questo punto sorvoliamo la denuncia circa il carente coordinamento in caso di maxiemergenze. Se già pare difficile assicurare adeguatamente il soccorso in condizioni ordinarie, come un infortunio o un malore, figuriamoci in una maxiemergenza.

Tutto quanto esposto dagli infermieri, spigano dall’Associazione, si traduce in soccorsi più lenti, qualche volta di pochi minuti, altre volte di parecchi minuti; comunque ritardi che si aggiungono a quelli congeniti derivanti dal modello NUE 112 adottato, con doppio passaggio di chiamata.
Sono minuti persi, e i minuti, anche pochi, nell’emergenza contano. Eccome. I minuti possono essere preziosi, anche se non sempre immediatamente dirimenti per la vita, come nell’arresto cardiaco, ma spesso fondamentali per contrastare l’evoluzione di un quadro cinico acuto, di un trauma; pensiamo ad un’emorragia, a quanto sangue in più si perde con il passare dei minuti; pensiamo all’infarto, a quanto muscolo cardiaco si perde se si ritarda l’ospedalizzazione, ed idem per il cervello in caso di ictus; pensiamo alle insufficienze respiratorie, alla sofferenza degli organi quando c’è poco ossigeno nel sangue e se passano troppi minuti anche qui si muore o si possono avere esiti invalidanti. Ed altrettanto accade se c’è un forte calo di pressione, uno shock.
Ma oltre a tutte quelle condizioni in cui sono in gioco la vita o la validità futura, comunque non è trascurabile il ritardo di terapie analgesiche quando il dolore è insostenibile, come in certe fratture.
Ecco perché il soccorso deve arrivare il più presto possibile, senza ritardo, perché altrimenti aumentano le morti altrimenti evitabili, aumentano gli esiti invalidanti, aumentano le sofferenze e i disagi.
Un quadro che fa rabbrividire e che se confermato aprirebbe profili di responsabilità enormi e non solo politici. Infatti nei due anni in cui si è operato nelle condizioni denunciate dagli infermieri la dilatazione dei tempi di soccorso sembra essere stata una costante, che per conseguenza logica dovrebbe aver determinato effetti indesiderati, di cui però non si conoscono né entità, né gravità.
E’ prevedibile, chiosano dall’Associazione Costituzione 32, che il rischio continuerà a sussistere sic stantibus rebus.
La denuncia degli infermieri è nelle mani dei vertici sanitari da oltre 1 settimana e non ci sono state smentite. Quindi, concludono da Costituzione 32 ora sembrano ineludibili due precise domande che facciamo anche nostre:

1) Cosa si intende fare nel concreto per correggere da subito questi rischi per la vita, la salute, la sicurezza dei cittadini, poiché ogni giorno che passa è reale il rischio di morti evitabili, di invalidità evitabili, di sofferenze evitabili?

2) Ci sono stati danni evitabili alle persone in questi primi due anni di “vita” del combinato disposto NUE112 – SORES di Palmanova? E se sì, quale l’entità, quale la gravità?

Dopo la denuncia circostanziata degli infermieri crediamo vi sia un obbligo politico, morale e anche giuridico a prevenire il rischio di ulteriori danni alle persone altrimenti evitabili, e anche ad accertare gli eventuali esiti indesiderati già prodotti, ultima affermazione che dovrebbe stimolare la giustizia e non solo la politica.

Caos Sala Operativa Emergenza. Infermieri pronti allo sciopero