Esercitazione militare sul Cellina, sbagliano mira e colpiscono a cannonate un allevamento di polli a Vivaro
Strage di galline a Vivaro nel Pordenonese. Un mezzo blindato Centauro munito di cannone da 105 o 120/45 mm in grado di perforare le blindature dei carri armati nemici, nel corso di un’esercitazione notturna, ha sbagliato mira e ha centrato in pieno un allevamento a Vivaro. I colpi che potrebbero essere stati più di uno dato che la struttura colpita presenta più di un foro, perforata la lamiera laterale del piccolo capannone dell’allevamento di polli ha causato la morte di molte animali. Un incidente sono cui ora indagano i carabinieri su delega della Procura di Pordenone che ha aperto un’inchiesta disponendo il sequestro dei quattro autoblindo che operavano nell’esercitazione e su quali verranno svolte perizie balistiche per capire quale ha effettivamente sbagliato il tiro. Poteva essere una strage non solo di pennuti visto che i colpi son stati indirizzati in direzione del centro abitato colpendo l’allevamento che si trova alla periferia del paese di Vivaro. La scoperta di quanto avvenuto è stata fatta nella mattina dal proprietario che ha trovato il capannone semidistrutto e gli animali morti. Immediata la denuncia ai Carabinieri di Spilimbergo. Ovviamente a Vivaro si è abituati a sentire i colpi di cannone vista la vicinanza con il poligono dell’esercito quindi nessuno aveva fatto caso ai colpi sparati nella notte e anche i militari non si sarebbero resi conto dell’accaduto perchè i colpi esplosi dentro al capannone non avrebbero provocato incendio.
“Oltre all’inchiesta aperta dalla Procura di Pordenone, è stata prontamente avviata un’indagine interna per conoscere con esattezza la dinamica dei fatti e garantire la massima collaborazione e trasparenza agli organi inquirenti”, ha fatto sapere in una nota un imbarazzato Comando Brigata di Cavalleria Pozzuolo del Friuli.
“Grande preoccupazione per un fatto che non ha nessuna giustificazione” esprime, in una nota, il capogruppo del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo. “E se in quell’allevamento ci fossero stati dei lavoratori? Avrebbero potuto rimetterci la vita, oltre agli animali, fatto in sé già grave, degli esseri umani. Rabbrividiamo al solo pensiero – continua Moretuzzo -. Chiediamo che venga fatta piena luce su quanto avvenuto e che la Regione si attivi immediatamente con le autorità militari per capire le ragioni di quanto accaduto e soprattutto per evitare che in futuro si ripetano situazioni simili”.
“Il Friuli Venezia Giulia – continua Moretuzzo – è stato troppo a lungo la regione italiana con il più alto numero di servitù militari e l’impatto del cosiddetto “confine orientale” sulla nostra terra è stato molto pesante da molteplici punti di vista. Ci sembra incomprensibile che ancora oggi parti del nostro territorio debbano subire le conseguenze negative delle attività militari”.
“Soltanto pochi mesi fa, in un momento di profonda crisi economica dovuta alla pandemia, nella zona del Monte Bivera è stato impedito l’accesso ai turisti per diverse settimane a causa dello svolgimento di esercitazioni militari”, ricorda il capogruppo del Patto per l’Autonomia, che con il collega Giampaolo Bidoli aveva insistito affinché la Giunta regionale impostasse un ragionamento con il Ministero della Difesa per sospendere tutte le attività militari nei pressi di località turistiche e siti di interesse naturalistico in Friuli-Venezia Giulia. “Crediamo che il clamoroso incidente di Vivaro dimostri che è decisamente tempo di cambiare rotta”.
Anche dal M5s si è levata la protesta per quanto accaduto e parla di “episodio gravissimo sul quale bisogna fare al più presto chiarezza” la deputata pentastellata Sabrina De Carlo.
“È inammissibile che delle manovre di natura militare arrechino rischi o pericoli per i nostri cittadini, operazioni di questo tipo devono svolgersi in totale sicurezza ed è davvero una fortuna che non ci siano state vittime o feriti civili.
Le perdite di bestiame rappresentano però un grosso danno per l’azienda agricola colpita, ecco perché oltre a chiedere al ministero della Difesa che venga fatta luce sulle dinamiche dell’incidente, ritengo necessario che vengano chiarite nel più breve tempo possibile le tempistiche affinché gli agricoltori coinvolti ricevano un adeguato e giusto risarcimento.”, prosegue De Carlo, che conclude: “Un doveroso ringraziamento va alla Procura di Pordenone che ha avviato l’indagine e ai Carabinieri di Spilimbergo che hanno avuto la prontezza di collegare il danno all’esercitazione in corso”.