Figlia di matrice ignota

Così Giorgia Meloni racconta di non conoscere la matrice dei disordini di sabato scorso a Roma. Alcune considerazioni sorgono spontanee. La prima è che se effettivamente la Meloni vuole candidarsi alla guida del paese non può prendere per i fondelli l’intelligenza degli italiani, al massimo nella sua dichiarazione di “ingenuità” può essere creduta da quella minoranza di maramaldi decerebrati che affollano le schiere dei no vax/greenpass ed affini. L’altra considerazione è che lei ha perso un occasione formidabile per smarcarsi da quelle frange, che forse porteranno qualche voto, ma che certamente spaventano quell’elettorato di centrodestra che  non vuole avere nulla a che fare con il fascismo e con i suoi simboli. Non averlo compreso è incapacità politica grave.  Ha ragione quindi  il vicesegretario Pd Peppe Provenzano che ha affermato: “Ieri Meloni aveva un’occasione: tagliare i ponti con il mondo vicino al neofascismo, anche in Fdi. Ma non l’ha fatto”. In sostanza Provenzano, subito strumentalizzato, accusa Giorgia Meloni di non aver condannato con chiarezza l’assalto alla sede della Cgil a Roma stigmatizzando proprio le dichiarazioni della leader Fdi, pronunciate a margine dell’iniziativa di altri rottami della storia del 900 i neofranchisti di Vox. E’ davanti a quella platea infatti  che Meloni ha detto quel ridicolo: “Non conosco quale fosse la matrice” dell’assalto. Una scelta, secondo il dem, per niente casuale. “Il luogo scelto e le parole usate sulla matrice perpetuano l’ambiguità che la pone fuori dall’arco democratico e repubblicano”, ha dichiarato. “In questo modo Fdi si sta sottraendo all’unità delle forze democratiche e repubblicane contro i neofascisti che attaccano lo Stato. Un evidente passo indietro rispetto a Fiuggi“. Ovviamente le parole di Provenzano sono state subito utilizzate per intorbidire le acque sostenendo che, oltre a Forza Nuova, il Pd voglia chiudere anche Fratelli D’Italia. Provenzano ha risposto su twitter:  “Una batteria di attacchi nei miei confronti da #Fdi. Chiariamo. Nessuno si sogna di dire che #Fdi è fuori dall’arco parlamentare o che vada sciolta. Ma con l’ambiguità nel condannare matrice #fascista si sottrae all’unità necessaria. Forze dem. Sostengano di #sciogliereForzaNuova”. Ovviamente non andrà così, il centrodestra farà di tutto per opporsi nei fatti alla proposta di messa fuorilegge delle formazioni neofasciste, perchè in realtà la Meloni di quelle radici, che non riesce a recidere, un poco si vergogna (o forse no, ma non ha il coraggio di ammetterlo)  ed allora piuttosto che abiurare è meglio diventare anche lei figlia di matrice ignota. Anche per questo cadrà nel vuoto l’invito del segretario regionale del Pd Fvg Cristiano Shaurli che in una nota ha chiesto alla Meloni prossimamente a Trieste per sostegno al ballottaggio a Dipiazza,  di condannare lo squadrismo fascista. “Meloni non perda ancora l’occasione di condannare una volta per tutte il fascismo e le violenze squadriste di questi giorni, ha detto Shaurli,  lo faccia in piazza a Trieste, nella città dove i fascisti bruciarono il Narodni dom, nella città in cui Mussolini ha proclamato le leggi razziali. Non sono possibili ambiguità sulle ‘matrici’ dell’assalto alla Cgil né tolleranze verso chi adotta ideologia e metodi squadristi. Anche Roberto Dipiazza, che ancora rivendica i suoi calorosi saluti da sindaco al raduno di Forza Nuova e ha pure detto che lo avrebbe fatto ancora, prenda subito e chiaramente le distanze da chi offende la coscienza democratica di Trieste. Non serve a niente ricordare il concerto dei tre Presidenti se poi se ne tradisce lo spirito”. Qualcosa ci dice che l’appello cadrà nel vuoto,  perchè, quando ci si proclama “figli di una matrice ignota”,  in realtà si è effettivamente fuori dal recinto della Costituzione nata, bisogna sempre ricordarlo, dalla resistenza al fascismo e non da quella al green pass.