Filo diretto fra la spiaggia di Cutro e il Fvg. Manifestazione per fermare le stragi anche a Trieste

In contemporanea con la manifestazione nazionale di Cutro, il piccolo comune calabrese in provincia di Crotone teatro dell’omonima strage, anche a Trieste molti sono accorsi da tutta la regione “per un momento di riflessione e raccoglimento”. Ad organizzare l’incontro sono stati il Comitato Pace Convivenza Solidarietà Danilo Dolci locale insieme a Rete DASI Fvg, Centro Balducci di Zugliano (Udine), ICS e Fridays For Future di Trieste. I partecipanti hanno portato legata al braccio una stoffa bianca e hanno condiviso lo slogan della manifestazione: “Fermate la strage, subito”. Il riferimento è agli oltre 70 morti del naufragio a pochi metri dalla spiaggia crotonese ma anche a tutte le vittime che, spesso nel silenzio dei media più importanti, destano molto meno clamore tra i migranti che percorrono la rotta dei Balcani. Vittime che provengono dagli stessi Paesi da cui sono partiti i naufraghi di Cutro, ossia in primis Afghanistan, e poi Pakistan e Siria. “C’è in particolare un disperato Paese che, invaso da russi e occidentali, ha subìto per quasi mezzo secolo occupazioni, invasioni, guerre, distruzioni, attentati: l’Afghanistan. Anche noi abbiamo mandato il nostro esercito per ‘portare pace e democrazia’. Poi un bel giorno, assieme agli americani, siamo scappati lasciando la popolazione in mano ai talebani. Oggi per tante e tanti afghani non c’è futuro: o si ‘sottomettono’ e accettano radicalizzazioni islamiche, discriminazioni di genere e oppressioni per le varie minoranze, con il rischio di carcere e morte, o fuggono. Le promesse occidentali di protezione sono rimaste lettera morta”. Così recitava il volantino che annunciava la manifestazione di Trieste: i partecipanti al corteo hanno depositato fiori sul molo Audace in ricordo dei morti, in mezzo allo stesso mare che in Calabria ha interrotto vita e speranze di tante madri e bambini. In seguito si sono spostati in centro città arrestandosi sul Ponte Rosso. A fianco della statua di James Joyce sono stati legati alcuni mazzetti di fiori perché nessuno dimentichi quanto è successo e continua a succedere: dopo tutto il celebre scrittore di Dublino, anche lui, è stato straniero in queste terre. Trieste, Gorizia, Udine e Pordenone sono solo il primo approdo di chi oltrepassa il confine: guerra, miseria e violenza purtroppo spesso non se li lascia solo alle spalle. LM