Fine vita, escluso il progetto di legge di iniziativa popolare dal Consiglio Regionale FVG
Era nell’ordine delle cose che anche un tema che nulla dovrebbe avere di ideologico finisse nel tritacarne della destra al governo della regione Fvg , così è stata affossata la proposta di legge di iniziativa popolare dal Consiglio Regionale FVG. Per la maggioranza di centrodestra la norma non compete alla Regione e quindi in maniera pilatesca, lavandosene le mani è stata fatta saltare la discussione in aula sulla proposta di legge di iniziativa popolare sostenuta da 8 mila firme. Il centrodestra ha insomma troncato la discussione sul nascere, approvando una pregiudiziale metodologica legata al problema della possibilità stessa della Regione di fare una legge su materie che sono di esclusiva competenza dello Stato. Ci sarebbe da ironizzare sul fatto che, come fanno notare dall’Associazione Luca Coscioni che ha promosso la legge, ha dichiararsi incompetenti sono proprio le stesse forze che a Roma hanno votato l’autonomia differenziata in Parlamento. “La nostra proposta di legge sul fine vita, puntulizzano dall’associzione Luca Coscioni, avrebbe garantito procedure e tempi certo per accedere al suicidio assistito ma nonostante i LEA debbano essere attuati dalle Regioni, la maggioranza ha invocato la competenza statale e sollevato la pregiudiziale di costituzionalità affossando così il dibattito su una proposta presentata da più di 8.000 cittadini e condivisa da illustri costituzionalisti. Intanto fanno sapere dall’Associazione si è tornati in Corte Costituzionale affinché “si rivedano i requisiti di accesso, perché mentre la politica rimane sorda e inerte le persone continuano a soffrire”.