Fontanini immeritato genio del “dìvide et ìmpera”. E ora qualcuno nella sinistra divisa spera nell’effetto Salmè
Mancano meno di 15 giorni al voto per le comunali di Udine e c’è chi, a sinistra, inizia a temere che l’idea di due liste non sia stata una genialata. Insomma la situazione è grave ma non è seria. Così, ora, c’è chi spera, udite, udite, nell’effetto Salmè sulla performance di Fontanini. Dopo aver fatto la minchiata di andare al voto divisi, cercando i punti che dividevano anziché quelli che univano, spesso per meri calcoli personali (da parte di tanti soggetti equamente suddivisi), si spera che altrettanto si sia realizzato in campo avverso. Già più volte, anche alcuni mesi fa, a bocce ancora in movimento e con tutte le decisioni da prendere, come FriuliSera avevamo cercato di mettere in guardia da settarismi e volontà di affermazioni personali che rischiavano di inquinare l’idea di una unità a sinistra che non vuol dire abiurare a propri principi, ma semplicemente identificare chi è il vero avversario da battere, fattore fondamentale per ribaltare l’orribile stagione fontaniniana. Più recentemente qualcuno ha cercato di spiegarci la ratio delle scelte, in questo caso un candidato della lista di Spazio Udine, certamente persona capace e onesta intellettualmente. Diciamo in via preliminare che da parte nostra c’è equidistanza fra Marchiol e De Toni, non perchè non vi siano differenze, ma perchè, dinnanzi ai pericoli bisognerebbe mettere da parte un pezzo della propria identità. Ci scriveva qualche giorno fa il candidato di Spazio Udine: “Come sappiamo il sistema elettorale per il Comune prevede due turni. Per quanto riguarda il primo turno, più gente vota più è complicato per un candidato sindaco raggiungere il 50% più uno e quindi vincere subito. La presenza di Marchiol, che per novità freschezza e capillarità della proposta progettuale, attirerà tanti voti, soprattutto dal serbatoio del “non voto”, è sicuramente un ostacolo a Fontanini”. La forza innovativa di Spazio Udine, e quindi la sua forza attrattiva anche per la cosiddetta “area del non voto”, si sarebbe in parte persa in caso di alleanza con partiti considerati da chi non vota, a torto o ragione, specchio e radice dell’immobilismo”. Teoria rispettabile, ma, ovviamente soggettiva come tutte le teorie che diventano dogmi solo nella volontà di chi le promuove. Infatti al di là del giudizio più o meno condivisibile sulla “forza innovativa, freschezza e capillarità della proposta” che resta comunque da dimostrare, non è che la semplice presenza di Marchiol attiri automaticamente voti dall’area degli astenuti. In sostanza potremmo affermare, con altrettanta incertezza, il contrario, cioè che la presenza di due coalizioni confonde e potrebbe portare a una non scelta o magari a coalizzare il voto contro Fontanini su un personaggio come Salmè, che solo gli addetti ai lavori conoscono per quello che è, che si presenta anche lui come “civico”. Che dire, che la politica cittadina fosse allo sbaraglio lo ha dimostrato non solo l’assenza di politiche virtuose della giunta Fontanini, che quando ha agito uscendo dal torpore, ha fatto danni se non altro con il suo immobilismo su cultura e gestione dei servizi alla città, con mense scolastiche e raccolta rifiuti allo sbaraglio, politiche poliziesche per la sicurezza e fobia contro gli alberi, solo per citare alcune performance del quinquennio. Ma bisogna dire che dalle opposizioni, sia quelle interne al Consiglio comunale che ora si sono spalmate fra le due liste a sinistra (acriticamente ricandidandosi), che quelle salottiere o movimentiste all’esterno, raramente si è battuto un colpo se non negli ultimi mesi, prima per spartirsi la teorica torta di poltrone e poltronissime in Consiglio Comunale. Ora una campagna elettorale in accelerazione che difficilmente potrà essere credibile. Il rischio è, che ancora una volta, si sia fornito l’assist vincente al sindaco uscente, anche perché, tranne qualche rara eccezione, i media friulani sono al “servizio” di quest’ultimo. Basta infatti scorrerne le pagine per rendersi conto di come la narrazione sia tutta in positivo e si punti sul fatto che la memoria dell’elettore è come quella del pesce rosso, labile a di poco. Speriamo sinceramente di sbagliarci, ma se non fosse così, le responsabilità saranno chiare e dovranno essere molti a camminare rasentando i muri, almeno fino alla successiva stagione elettorale nella quale dividersi.