Fontanini narra le sue beau geste udinesi, ottenute, dice, nonostante una squadra mediocre

Ogni tanto la lettura della stampa cartacea locale, per noi obbligo più che piacere, ci fornisce qualche spunto di riflessione. Così dopo giorni di articoli nei quali si raccontavano le improbabile beau geste della giunta Fontanini, tanto  da spingere il sindaco, non di tutti “ma di chi mi ha votato”, a postare 3 giorni fa sul proprio  profilo Facebook, la paginata “promo” del Messaggero Veneto. Un post autoreferenziale correlato da un commento che si commenta da solo: “Udine non ha mai visto così tanti cantieri presenti contemporaneamente lungo le strade, i marciapiedi, le piazze della nostra città e in intere aree abbandonate da tantissimi anni al completo degrado. Opere di rigenerazione urbana, di restauro, di rifacimento del manto stradale o di pavimentazione dei marciapiedi. Nonostante il lungo periodo di pandemia e il recente aumento dei costi delle materie prime che fanno lievitare quelli delle opere. Noi andiamo avanti. E molti sono i Nuovi Progetti che cambieranno il volto, e non solo, di questa Città, ma in gran parte Udine è già cambiata, e in meglio”. Probabilmente questa improvvisa e improvvida azione propagandistica, voleva contrastare quella classifica, di circa una settimana fa, dove lo studio Governance Poll 2022 del Sole 24 sui presidenti di Regione e sindaci più amati dello Stivale,  lo vedeva al 70esimo posto a livello nazionale ma soprattutto ultimo in Fvg, classifica dove Alessandro Ciriani era al decimo posto, con un consenso del 58%, Roberto Dipiazza al 50esimo posto con un consenso del 52,5% mentre Rodolfo Ziberna, primo cittadino di Gorizia, non compariva in quanto appena eletto, ma che nel 2021 si era piazzato in ottava posizione. Così per venire in soccorso all’immagine così bistrattata, anziché spiegare che quelle statistiche lasciano il tempo che trovano, sono state chiamate in soccorso le truppe mediatiche cammellate che da viale Palmanova hanno mosso verso palazzo D’Aronco. Ma oggi, come detto in apertura, si è voluto mettere proprio la ciliegina sulla torta della narrazione fontaniniana, con una bella intervista al sindaco dal quale, tanto per lasciarsi una via di fuga nel caso in cui dal centrodestra arrivasse una bocciatura ad una sua ricandidatura,  Fontanini annuncia che dipende tutto da lui: “Se deciderò di correre per il secondo mandato ci sarà senz’altro la lista Fontanini” spiega. Ma ancora più interessante è il passaggio dal quale si capisce che è pronta la sua autodifesa nel caso nel quale gli vengano chiuse in faccia le porte dagli alleati e forse dal suo stesso partito. Una autodifesa che suona molto di scarica barile quando “Pieri” afferma: “Cosa chiederò agli alleati? Vorrei una squadra amministrativa rinnovata, composta da persone di maggior esperienza. C’è bisogno di portare all’interno dell’amministrazione professionisti di livello….”. Ora, secondo il principio della transizione del pensiero da positivo in negativo, appare evidente che volendo “persone di maggiore esperienza amministrativa” si ammette che quelle dell’attuale giunta non lo sono. Insomma se qualcosa non ha funzionato è nella squadra, non nell’allenatore. Noi siamo certamente maliziosi, ma non siamo i soli ad aver colto la sottile polpetta velenosa del sindaco, che, evidentemente, se scartato, promette battaglia all’interno del centrodestra e soprattutto della Lega, nella quale si candida ad essere riferimento della linea salviniana più che di quella “governista” rappresentata da Fedriga.

La giunta Fontanini nel 2019

Chi invece sembra non aver capito quello che bolle in pentola è il vicesindaco Loris Michelini,  che pensando di doversi difendere solo dagli attacchi dell’opposizione e non da quelli del suo sindaco, spiegava sempre oggi dal MV in un articolo in taglio basso che più basso non si può, che dall’opposizione “non sanno cosa dire di fronte alla mole di opere pubbliche che questa amministrazione ha avviato e avvierà nel prossimo futuro. Noi, a differenza loro non abbiamo visioni mistiche, ma sappiamo essere concreti, avendo ben chiaro dove vogliamo andare e dove è necessario intervenire. “ Peccato che le visioni mistiche in passato le abbia avute, per stessa sua ammissione, proprio Fontanini (guarito raccontò  per intercessione di Padre Pio apparsogli in sogno). Ad essere diretto sulla querelle, che sembra ormai una sorta di psico-melodramma,  è  Salvatore Spitaleri del Pd secondo cui: “Fontanini scarica la sua squadra e lo dice chiaramente. Rimane un mistero perché in quasi cinque anni non sia riuscito a dare a Udine una giunta all’altezza. Siamo a otto mesi dalle elezioni, c’è la sua proposta di autocandidatura in campo e non ha ancora proceduto a rimuovere assessori non competenti, come lui stesso li ha qualificati”. “In città è immediatamente percepibile – evidenzia l’esponente dem – la totale insufficienza di Fontanini e della sua maggioranza: assenza di qualsivoglia strategia, zero rapporti con i comuni contermini, nessun supporto alle difficoltà sociali e economiche dei cittadini, rotonde e tagli di alberi nell’old style provinciale”. “Un mandato a palazzo d’Aronco e Fontanini non ha ancora compreso – denuncia Spitaleri – dove stia la differenza tra il sindaco di una città e l’inutile taglia-nastri dei suoi mandati di presidente della Provincia. Ancor di più alla luce delle sue ultime dichiarazioni diventa urgente che forze progressiste, autonomiste e civiche scendano in campo – insieme e senza protagonismi”. Speriamo, per il bene del capoluogo friulano, che sia davvero così e che magari arrivino visioni anche a sinistra.