Fontanini si appropria del progetto di teleriscadamento “Abs”. Ma era previsto dal Comune di Udine in ambito Uti nel 2017
Ciò che rende patetica l’azione degli scopiazzatori incalliti è il fatto che questi pensano spudoratamente di non essere mai scoperti. Così oggi scopriamo, da un articolo del Messaggero Veneto, dell’idea rivoluzionaria del sindaco di Udine che «consentirebbe di ridurre i consumi e i costi energetici sfruttando energia che oggi viene dispersa». Parole virgolettate attribuite a Pietro Fontanini che dopo essersi intestato la pedonalizzazione di via Mercatovecchio e tante altre iniziative ereditate dalla precedente amministrazione di centrosinistra, ora si lancia sul terreno dell’energia. Così scopriamo che sarebbe sua l’idea di riscaldare Udine con l’acqua di raffreddamento dell’Abs e che il Comune avrebbe affidato all’Università la progettazione di una nuova centrale da realizzare a Udine sud, opera da 90 milioni per il teleriscaldamento bis. «Un costo importante, spiega il sindaco, che però contiamo di abbattere sfruttando i fondi del Pnrr o i contributi europei». «Siamo partiti, spiega Fontanini, dall’idea di ampliare la rete di teleriscaldamento già realizzata, che al momento conta già l’allacciamento di 39 utenze nella zona nord-ovest (29 residenziali e 10 non residenziali, cinque scuole e il Palamostre) servite da una centrale termogenerativa di 50 megaWatt situata nella sede dell’azienda ospedaliera universitaria – riferisce il professore Nardin -, recuperando il calore prodotto dalle acciaierie. Oggi l’acqua calda prodotta dal ciclo di lavorazione dell’Abs viene dissipata con delle torri evaporative e di fatto è inutilizzata mentre sarebbe possibile utilizzarla per alimentare una rete di teleriscaldamento e creando così un Industrial urban system, ossia un rapporto di simbiosi tra la Danieli e la città che potrebbe essere quasi interamente riscaldata dall’industria». Bene, che bravo sindaco, se non fosse che il progetto in realtà giaceva da anni insabbiato nei cassetti impolverati del Comune di Udine, più precisamente da quando Fontanini è entrato a palazzo D’Aronco. Le stesse parole usate dal sindaco si leggono infatti nel documento datato 2017 relativo ai progetti predisposti dalle Uti appunto nel 2017. Si tratta del documento dal titolo “Proposta di Piano dell’unione territoriale intercomunale Friuli centrale integrato con il Documento Unico di Programmazione 2017/2019”.
Si legge nel documento: “Il Comune di Udine, un decennio fa, affidò all’Università di Udine uno studio di fattibilità per un impianto trigenerativo con rete di teleriscaldamento (TLR) a servizio dell’Ospedale e della zona Udine Nord Ovest, realizzando poi un impianto da 40 MW per 13 km di Rete, che evita l’immissione di 16.000 tCO2/anno. Il progetto odierno (2017/2019) rappresenta la naturale continuazione e completamento del processo di decarbonatazione e di efficientamento energetico della città di Udine; la nuova rete di teleriscaldamento verrebbe alimentata, in gran parte, con le potenze termiche altrimenti disperse dall’acciaieria ABS, per non meno di 25 MW termici. Tale rete avrà una potenza termica prevista di 100 MW in grado alimentare termicamene l’intera città, le cittadine e zone industriali e commerciali attraversate dalla nuova RTL. Il progetto, inoltre, prevede di poter veicolare l’energia recuperata da ABS dalla rete SUD (nuova) alla rete Nord (esistente) e alle relative utenze, incluso l’Ospedale, in sostituzione del metano: la trasmissione di potenze termiche tra due le reti viene definito “Dialogo Energetico”. Il Progetto proposto, se realizzato, risulterà unico nel panorama tecnico internazionale, in ragione della doppia alimentazione: l’impianto trigenerativo dell’Ospedale (il più energivoro in assoluto in ambito civile) e il recupero energetico dell’acciaieria ABS (il più energivoro in assoluto in ambito industriale); e inoltre dalla presenza dell’innovazione assoluta del Dialogo Energetico tra le due reti. Il percorso programmatico prevede dapprima uno studio di fattibilità tecnico, scientifico, economico e ambientale affidabile e circostanziato da parte dell’Università e un accordo di programma inter-istituzionale (Regione, Comune, UTI e Università), da realizzarsi tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018. Successivamente, una volta affermata e condivisa la validità delle risultanze dello studio, e in ragione della natura di sistema e territoriale del progetto, si passerà al coinvolgimento delle aziende operative”. Insomma dal 2018, nonostante fosse previsto lo studio di fattibilità immediato, nulla si è mosso e oggi, che il tema energia e riscaldamento sono di ”moda” e che drammaticamente l’amministrazione comunale di Udine non sta praticamente proponendo nulla per cercare di utilizzare i fondi europei del Pnrr, Fontanini, con complice i media locali e temiamo anche un opposizione disattenta, rispolvera il progetto facendolo suo e nascondendo il passato. Complimenti, del resto qualcuno considera il segreto del successo, copiare, plagiare, scopiazzare. Una sorta di Viagra della mente e perchè no di una amministrazione nullafacente. all-a-delib7-bilancio-2017-19-uti