Fotovoltaico. Capozzi (M5S): Il tempo è scaduto, così gli impianti proliferano
“La Regione Friuli Venezia Giulia avrebbe dovuto, entro 180 giorni dal 2 luglio scorso, emanare una legge con la quale individuare le aree non idonee per la collocazione di impianti fotovoltaici. Tuttavia, a oggi (domenica 29 dicembre), il disegno di legge approvato dalla sola Giunta regionale lo scorso 13 dicembre non è ancora stato consegnato al Consiglio regionale”.
Il ritardo viene segnalato, attraverso una nota stampa, dalla consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle), facendo esplicito riferimento “ai tempi con i quali la Regione intende individuare le aree non idonee all’installazione di parchi fotovoltaici”.
“I termini – rimarca l’esponente pentastellata – sono ormai scaduti! Se solo lo Stato volesse, infatti, potrebbe già attivare i poteri sostitutivi davanti all’inerzia della Regione ma, di sicuro, non per avere limiti più restrittivi rispetto quelli attuali. In ogni caso, anche se il Consiglio regionale avesse approvato la legge regionale nei termini previsti, la terza legge regionale in tre anni su questo tema non sarebbe immediatamente efficace. Come, del resto, non lo sono state le precedenti”.
“La nuova norma – precisa Capozzi – stabilisce infatti che nulla cambi fino all’approvazione di un’altra delibera. Alla Giunta si concedono altri dodici mesi di tempo per individuare la cartografia delle aree non idonee, sperando che non servano tutti e dodici. Dopo un passaggio in sede di Commissione, la delibera rimarrà sul sito della Regione per una trentina di giorni, al fine di essere oggetto di eventuali osservazioni: solo allora tornerà davanti all’Esecutivo per il recepimento di quanto segnalato da cittadini e portatori di interesse. Finito l’iter, le aree non idonee avranno piena efficacia sugli impianti da realizzare, ma non su quelli già richiesti o che verranno richiesti nel frattempo”.
“Soltanto in quel momento – sottolinea ancora la rappresentante del M5S – avrebbero piena efficacia anche i nuovi requisiti per gli impianti che necessitano di una Valutazione di impatto ambientale, tra i quali l’accumulo con gli altri parchi della zona, unica vera innovazione prevista”.
“Si tratta di una norma che rischia eventuali impugnazioni governative, azioni che allungherebbero ulteriormente i tempi e darebbero ulteriore margine per inoltrare domande. Domande che non si sono arrestate nemmeno durante il periodo natalizio – conclude Capozzi – e che sono state presentate per due nuovi parchi agrovoltaici: un ulteriore impianto a Pradamano da 40 MW, più uno tra San Quirino e Montereale Valcellina da 80 MW”.