Frase del segretario della Nato Stoltenberg sulla Crimea estrapolata. Manca la parte seguente dove si dice che sulla pace il governo e il popolo ucraino devono prendere decisioni sovrane

Purtroppo le informazioni sono una merce difficile da maneggiare. La guerra in Ucraina, come del resto tutte le guerre dove come si sa la propaganda è arma altrettanto pericolosa di bombe e proiettili, lo sta evidenziando in maniera davvero efficace, facendo cascare molti nella rete delle fake. Poi ci sono quelli che le utilizzano strumentalmente e sono ovviamente i peggiori.  Il problema non è solo che con la presenza di social e di una moltitudine di “canali” le notizie circolano in maniera incontrollata, ma che spesso, vengono utilizzate spezzettate  per perorare una causa violentando la verità. Diciamolo senza paura, troppa informazione soprattutto non professionale (ma aimè troppo spesso anche quella giornalistica che dovrebbe dare maggiori garanzie ci casca) nuoce alla verità. Intendiamoci non parliamo di promuovere la censura ma nemmeno di lasciare che tutti si ergano singolarmente a detentori di sapere e verità. Uno non vale uno. La professionalità anche nell’informazione è un valore, come lo è nella scienza e nella cultura.  Facciamo allora un esempio clamoroso di questi giorni. Non parliamo solo dei soliti post tifosi e divisivi  sui social, ma anche di dichiarazioni di politici di primo piano e perfino giornalisti di grido che hanno rilanciato il presunto scivolone “Nato”  senza curarsi di controllare l’esattezza della fonte e la completezza delle dichiarazioni rilasciate ad un giornale tedesco dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Sarebbe bastato poco per controllare prima di rilanciare come pappagalli  acefali e commentare il frammento dell’intervista dove Stoltenberg  ha detto:  “l’Ucraina deve vincere questa guerra perché sta difendendo il suo Paese. I membri della NATO non accetteranno mai l’annessione illegale della Crimea”. Detta così avrebbe fatto saltare sulla sedia chiunque dato, fra l’altro,  che è stata pronunciata  a poche ore dalla dichiarazione  del presidente Volodymyr Zelensky che si diceva clamorosamente disponibile a lasciare la Crimea al destino russo. Per controllare sarebbe bastato scaricare l’intervista dal web e semplicemente, con un traduttore digitale dal tedesco, leggere neppure l’intera intervista, ma in continuità con la frase incriminata il paragrafo seguente dove il segretario generale della Nato proseguiva perfezionando il suo pensiero: “Ci siamo sempre opposti al controllo russo di parti della regione del Donbass nell’Ucraina orientale. Gli alleati sostengono la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti. Sosterremo l’Ucraina fintanto che il presidente Putin continuerà questa guerra. Alla fine, tuttavia, il governo ucraino e il popolo ucraino devono prendere decisioni sovrane su come può essere una soluzione di pace. Non possiamo farlo noi”.  Ma come… casca l’asino, anzi gli asini e i rapaci,  dato che la guerrafondaia Nato vuole che sia il governo ucraino e il popolo ucraino a decidere:  “loro prendano decisioni sovrane su come può essere una soluzione di pace, non possiamo farlo noi”. Insomma precipita miseramente tutta la narrazione di questi giorni tesa a crocifiggere Stoltenberg che non sarà simpatico, come del resto non è simpatica l’Alleanza atlantica nel suo complesso che,  a modesto parere, andrebbe sostituita con una realtà diplomatico-militare tutta europea, ma non è certo Stoltenberg  un avvoltoio come è stato descritto in queste ore. Una sorta di satrapo assetato di sangue russo ed europeo a solo beneficio americano. Un traditore visto che lui è norvegese.  Del resto va sempre ricordato a tutti, compreso ai putiniani a “loro insaputa”, che ora, grazie anche all’aggressione russa l’agonizzante Nato  ha trovato nuova linfa, una sorta di ricostituente  “gerovital” di antica memoria e soprattutto anche nuove ragioni per esistere. Insomma di stolto in questa occasione in Stoltenberg c’è solo la parte onomatopeica del suo cognome,  ma non la dichiarazione che gli si attribuisce. Ovviamente  ci sarà chi sosterrà che l’intervista è stata manipolata dopo, perchè così come per la Terra piatta,  la verità desiderata è più forte della realtà.