Gialli o arancioni? Lo scarica barile in Fvg è sistematico
Zona gialla o zona arancione? Sembra questo l’oggetto del contendere tra Amministrazione regionale e Governo in queste ultime ore. Un posizionamento o l’altro del nostro territorio nei prossimi giorni non è cosa da poco sotto il profilo del consenso tra alcune categorie soprattutto del commercio che stanno soffrendo molto a causa della pandemia. Né può essere dimenticato che, per le regole che sono state fissate in ordine alla incisività o meno dei contagi così come di altri fattori sanitari e organizzativi in un particolare lasso di tempo, il venire territorialmente collocati in una zona piuttosto che in un’altra significa per noi tutti un motivo di allentamento di tante preoccupazioni, sanitarie in primis.
Per questa ragione è il caso di capire meglio come funziona il sistema con cui si procede in un senso o in un altro. Ciò è tanto più opportuno proprio allo scopo di evitare fraintendimenti, speculazioni interessate di varia natura e, non da ultimo, il gioco politico di scaricare sempre e comunque sul livello istituzionale centrale ogni responsabilità, anche quando si tratta unicamente di applicare, e in questo caso più che in altri, un sistema di calcolo dei rischi basato su dei criteri adottati in sede governativa anche con il concorso e la partecipazione delle Regioni.
Sappiamo, per altro, che questo giochetto dello scaricabarile sistematico è molto in voga qui da noi, soprattutto da quando il governo regionale di destra si trova a confrontarsi con un governo nazionale di altro schieramento politico. In ogni caso, non può essere sottaciuto il fatto che l’interpretazione autentica di quanto stabilito dal Dpcm che disciplina le procedure per la fissazione delle zonizzazioni non è per niente facile. È vero che a un comune lettore quelle disposizioni non possono che sembrare contorte e astruse. D’altra parte, è noto che il nostro sistema burocratico è complicato di suo, al punto che spesso nella Pubblica Amministrazione ai livelli dirigenziali troviamo degli esteti della norma piuttosto che degli esperti tecnico amministrativi. A quanto si dice, comunque, dopo attente e informate ricerche nei meandri interpretativi di varia natura, risulta che il passaggio da zona arancione a zona gialla si possa determinare se i i dati relativi alle singole zonizzazioni siano stati rilevati positivi per il passaggio ad un’area meno restrittiva per 14 giorni consecutivi e successivi al giorno in cui si era stati classificati nella zona più a rischio. Come dire che in Fvg il miglioramento della situazione avvenuto in questi ultimi giorni può non essere sufficiente a determinare un immediato passaggio alla zona gialla, poiché è necessario che i dati positivi siano stati rilevati già nella prima settimana successiva all’entrata in zona arancione, altrimenti si dovranno attendere perlomeno altri sette giorni prima di vedere allentate le restrizioni.
Tutto qui, se resteremo in zona arancione ancora una settimana non dipenderà quindi dalle scelte romane, come sembra tentino di fare credere gli Amministratori regionali di destra, ma dalla concreta situazione epidemiologica e sanitaria presente nel territorio friulano e giuliano-isontino. Per questa ragione quanto letto sulla stampa locale sull’argomento lascia un po’ perplessi, perché abbiamo imparato che il quarto potere dovrebbe lavorare per conoscere la verità non per interpretarla a favore o sfavore di qualcuno.
Carlo Pegorer