Gorizia, evasione milionaria. Prosegue l’operazione Overtime della GdF, scoperti altri 304 lavoratori irregolari, in tutto sono 741

La cronaca odierna non ci regala solo la prova ulteriore di presenze mafiose in Fvg con l’operazione anti ndrangheta che “tocca” anche Udine, ma anche una operazione delle fiamme gialle contro il lavoro nero. Del resto le attività malavitose non sono solo quelle “immigrate” diventate organiche al tessuto economico friulano ma anche quelle autoctone, nate e cresciute negli apparenti rispettabili uffici di aziende, studi legali e tributari. Così con l’operazione Overtime la Guardia di Finanza di Gorizia, in collaborazione con l’Inps, ha interessato tre imprese che operavano, in subappalto, nel settore della carpenteria metallica. Nel mirino l’assunzione irregolare di ben 304 operai, di nazionalità bosniaca, serba, croata, rumena e polacca utilizzati in maniera disinvoltamente irregolare dalle tre aziende oggetto delle ispezioni. Dei 304 operai, ben 29 sono risultati totalmente ‘in nero’, quindi assunti senza alcun contratto e forma di tutela e anche su molti altri sono in corso i controlli. I lavoratori irregolari risultavano di fatto alle dipendenze, negli anni 2017 e 2018, di tre imprese che operavano, in subappalto, nel settore della carpenteria metallica, con sedi legali rispettivamente a Gorizia, Maribor (Slovenia) e Belgrado (Serbia) e unità operative a Monfalcone e nelle province di Trieste, Pordenone e Treviso. Quella odierana è in realtà la prosecuzione dell’Operazione Overtime che, già lo scorso anno, aveva portato a individuare, con riferimento agli anni 2014, 2015 e 2016, ben 437 lavoratori irregolari alle dipendenze di una azienda con sede legale a Gorizia. Da quanto si è saputo sono due i meccanismi fraudolenti utilizzati dagli imprenditori, di nazionalità slovena e serba, per l’impiego irregolare degli operai. Il primo un trucco da sempre utilizzato da aziende per contenere in maniera fraudolenta il costo del lavoro consiste nel camuffare i compensi di lavoro straordinario con voci totalmente o parzialmente non soggette a tassazione e contribuzione, come le indennità di trasferta e i rimborsi chilometrici. Il secondo è quello di mascherare le ore di lavoro straordinario con il riconoscimento di ferie, trattamento di fine rapporto e tredicesima, permessi maturati e non goduti, insomma pagamenti diversi da quelli effettivamente dovuti al lavoratore.
Non si tratta di semplice elusione ma di meccanismi fraudolenti per non pagare quote consistenti di tasse e contributi. Ai risultati le fiamme gialle sono arrivati anche attraverso le dichiarazioni rese dagli operai ai finanzieri e agli ispettori Inps durante le visite in diversi cantieri aperti in Friuli Venezia Giulia, poi l’analisi dei tabulati degli ingressi e delle uscite dai luoghi di lavoro, nonché l’esame della documentazione contabile, hanno consentito di scoprire l’evasione fiscale e contributiva messa in atto dall’impresa goriziana e dalle due società estere, nelle quali erano da ultimo confluiti i lavoratori della società goriziana, nel frattempo avviata alla liquidazione volontaria. Al termine delle indagini spiegano gli inquirenti, considerando anche gli esiti del primo filone investigativo, i lavoratori irregolari sono risultati pari a 741, di cui 29 in nero. L’ammontare del lavoro straordinario a cui non sono state applicate le ritenute Irpef è stato determinato in quasi 1,5 milioni di euro, con ritenute non versate per 585 mila euro. L’imponibile previdenziale sottratto a tassazione contributiva è stato quantificato in oltre 2 milioni di euro, con conseguenti contributi evasi per 713 mila euro in ordine a cui sono state chiamate a rispondere in solido anche le imprese committenti.