Governo Conte 2 impugna anche la “manovrina” estiva della Regione Fvg individuando conflitti con la Costituzione in materia di terzo settore, contrasto alla povertà e welfare
Sono giudicati «discriminatori» i requisiti per i contributi nel terzo settore e per l’accesso al fondo povertà fissati dalla giunta Fvg, per questo il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Francesco Boccia, ha deliberato di impugnare la legge della Regione sull’Assestamento del bilancio per gli anni 2019-2021, in quanto “alcune norme eccedono dalle competenze statutarie e violano principi costituzionali”. In particolare, secondo il Cdm: una norma in materia di contributi agli enti del terzo settore viola il principio di uguaglianza e di non discriminazione di cui all’articolo 3 della Costituzione. Un’altra norma riguardante gli interventi di contrasto alla povertà confligge con il principio di eguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione e con il principio sulla parità di trattamento dei cittadini degli Stati membri, in violazione dell’articolo 117, primo comma, della Costituzione. Un’ultima norma infine riguardante l’autorizzazione alla realizzazione di nuove strutture sanitarie per il Governo contrasta con i principi fondamentali nella materia della tutela della salute ed è lesiva dell’articolo 117, terzo comma, della Costituzione. Come è noto si tratta della seconda legge regionale del Fvg impugnata dal Governo nazionale in un mese. Il motivo è che l’Articolo 127 della Costituzione recita chiaramente che “Il Governo, quando ritenga che una legge regionale ecceda la competenza della Regione, può promuovere la questione di legittimità costituzionale davanti alla Corte costituzionale entro sessanta giorni dalla sua pubblicazione”. In realtà l’articolo 127 era stato oggetto di di revisione e quindi il riferimento è oggi all’art. 59 del la revisione della Parte seconda della Costituzione che disciplina la possibilità per lo Stato e gli enti territoriali autonomi di ricorrere direttamente alla Corte costituzionale contro le leggi statali o regionali che essi ritengano eccedere le rispettive competenze. Il vero problema è che troppo spesso le attuali leggi sono tecnicamente sbagliate perchè motivate da scelte idelogiche con illegislatore accecato dall’obiettivo da raggiungere magari per mere ragioni propagandistiche e che quindi è disattento ritenendosi al di sopra dei principi costituzionali in nome del mandato popolare.