“Ho il diritto di pensare e scrivere senza venire aggredito e strangolato”

“Ho passato la notte alla guardia medica in osservazione perché avevo una tumefazione al collo dopo il tentativo di strangolamento che ho subito in pizzeria da un cliente esaltato che non ama i miei libri, in particolare il mio ultimo -io nego-. Sono sotto shock ancora”. Usa queste parole lo scrittore Emanuele Franz  che aggiunge: “Settimane fa degli anonimi del paese avevano esposto su una bacheca fuori dal Municipio la mia foto con il mio libro e sotto scritto stampatello la parola “VergoNgiamoci” (nemmeno nel medioevo!) ma che si arrivasse al tentativo di estromettere il mio pensiero usando la forza bruta e la violenza è raccapricciante. Non avrei mai immaginato che si arrivasse a mettere a tacere fisicamente le voci fuori dal coro. Nemmeno nello stalinismo e con il tacito assenso delle amministrazioni, che non hanno benchè minimo preso le distanze da simili barbarie, anzi, quasi giustificate. Siamo ai limiti, sono perseguitato solo perchè scrivo libri. Faccio questo appello: Ho il diritto di pensare e scrivere senza venire aggredito e strangolato”. Vero ed è bene che le forze dell’ordine facciano chiarezza su quanto avvenuto che l’episodio assuma magari peso che potrebbe non avere o al contrario venga sottovalutato.  Si evitano così toni vittimistici e magari si evitano alcune strumentalizzazioni (basta leggere l’incipit del pezzo di “libero” che da notizia di quanto avvenuto vedendo addirittura come mandante ideologico il “regime sanitocratico del ministro Speranza). Si faccia chiarezza quindi sulla effettiva natura dell’aggressione (il sindaco di Moggio di Progetto Fvg, area centrodestra ad esempio racconta altra storia)  dato che anche se Franz dall’alto del suo ego esprime  delle posizioni spesso fantasy, spesso ai limiti della provocazione, non è certo con la violenza che si devono contrastare le posizioni diverse, anche le più bislacche. Ignorarle sarebbe la soluzione migliore perchè un principio democratico, quello della libertà di pensiero, che non è proprio all’area politica che Franz ideologicamente  frequenta, è un valore sul quale  non si può recedere.