I demodeisti
In un orizzonte culturale in cui sembra ormai dominare la linea d’ombra dei “social digitali” consola la comparsa nell’orizzonte letterario e non solo in quello, di nuovi poeti, i demodeisti, che pazientemente costruiscono, creano e diffondono un nuovo messaggio poetico, un nuovo lirismo, una nuova estetica, ma dalle profonde radici e dalle solide fondamenta culturali. Poesia Nuova la loro, anche se nata da convinti sostenitori di tutte le istanze poetiche del passato, che nonostante i molti tentativi di cancellarle, che nei secoli si sono inanellate, hanno resistito, sono sopravvissute spezzando di volta in volta la lunga catena di oblio, che avrebbe dovuto strozzare, soffocare le diverse età creative dell’uomo, che invece è sempre riuscito a ricomporne un’altra, nuova, ma che le contiene tutte, come l’ultima scintilla creativa venuta alla luce il demodeismo. Oggi come in tutti i momenti bui del passato in cui la vera essenza dell’uomo veniva ottenebrata, bisogna evitare che la creatività umana venga continuamente sacrificata all’altare del progresso e del profitto di un vecchio Moloc, che si ripresenta nell’odierna “Intelligenza Artificiale” un’entità mediatica determinata da algoritmi senza anima, ma con pericolosi ancora sconosciuti padroni, una energia solo apparentemente innocua, che come quella nucleare può divenire inesorabilmente mortale, e quindi va controllata, dominata, resa inoffensiva, perché non esploda in un pulviscolo di “micron chip” che penetrino nei cervelli e controllino la mente degli uomini trasformandoli in umanoidi pronti a tutto. Va strappata ai pericolosi padroni delle dottrine scientifiche e disinnescata e, solo dopo, persino utilizzata dall’intera umanità, una volta che sia diventata uno dei tanti strumenti che aiutano tutti alla conoscenza. L’arma con cui è ancora possibile difendersi e poi contrattaccare e vincere è la voglia di creare, di sperimentare propria dell’essere umano, che è insita ad ogni singolo individuo, prima che partecipe delle collettività, delle cabine di regia e dei centri di controllo degli Stati, di cui per atto di fede ci si dovrebbe fidare. Sensazioni nuove, stati d’animo inusitati, antichi valori, armoniosi pensieri e musicali parole, vecchie radici e nuova clorofilla per superare con i sentimenti, l’immaginazione e la poesia che sgorga spontanea, le tante e stridenti contraddizioni di una realtà incombente ed estranea al giusto sentire e a cui è sacrosanto porre degli argini di creatività poetica, di puro lirismo, che liberino ogni essere vivente da ogni meccanicità e da ogni controllo forzato. Oggi i Demodeisti lo stanno facendo, scomponendo la realtà immanente nei suoi elementi originari, per essere poi riplasmata in una più ampia e complessa dimensione trascendente, tale da dare vita a dinamiche dall’energia armoniosa e insieme potente ma inesorabilmente legata alla dimensione umana in cui convivono il mondo reale e quello onirico nella composizione di un immaginario collettivo finalmente creativo, senza omologazione d’intelligenza artificiale e di stampanti 3 D.
Enrico Maria Folisi