ICS: Le riammissioni “informali” dei richiedenti asilo sono illegali

ICS esprime profondo disappunto per le dichiarazioni rese dal prefetto di Trieste Valenti al Comitato parlamentare Schengen in merito alle riammissioni informali in Slovenia. Il prefetto, come già fatto apertamente in passato, continua a sostenerne la legalità delle riammissioni, che sarebbe basata su un atto del ministero dell’Interno del 13 maggio 2020. Tale tesi è però totalmente priva di fondamento: il citato documento non ha alcun valore giuridico, trattandosi di una decisione politica emanata in chiaro contrasto con le normative interne e internazionali, i cui seri profili andranno approfonditi nelle opportune sedi, anche giudiziarie. Come sostenuto in modo unanime da giuristi e studiosi e, infine, dal Tribunale di Roma con l’ordinanza del 18 gennaio 2021 (le cui conclusioni in diritto non sono state affatto smentite dal collegio dello stesso tribunale, che ha accolto il reclamo del Ministero limitatamente alla
carenza della prova di presenza del ricorrente), le riammissioni informali in Slovenia dei richiedenti asilo sono illegittime perchè contrastano con tutte le normative europee sul diritto d’asilo e, in particolare, con il Regolamento Dublino III. Quest’ultimo infatti obbliga gli organi di polizia a registrare la manifestazione di volontà di chiedere asilo da parte di uno straniero, alla frontiera o nel territorio, senza eccezioni, a collocare il richiedente asilo in accoglienza e ad attivare le procedure previste dal detto Regolamento. Sconcertante, inoltre, che si continui a sostenere la possibilità di attuare queste riammissioni in modo
“informale”, ovvero tramite azioni di polizia che incidono in modo evidente sui diritti fondamentali della persona, con l’accompagnamento forzato verso la Slovenia senza che venga emanato o notificato alcun provvedimento di cui l’autorità giudiziaria possa valutare la legittimità, violando in tal modo principo basilari e inderogabili di uno stato di diritto. Alle oltre mille persone alle quali nel 2020 è stato impedito di chiedere asilo è stata riservata una sorte di cui le autorità italiane erano perfettamente a conoscenza, venendo esse inserite in una catena di riammissioni che le ha condotte in Bosnia dove sono state sottoposte a trattamenti inumani e degradanti. Durante la catena delle riammissioni infine, come provato
da tutti i rapporti internazionali, le persone, passate da uno stato all’altro di fatto come oggetti, vengono in larga parte picchiate, ferite, derubate e umiliate dalle forze di polizia (percentuali attorno all’70% in Croazia e percentuali inferiori, ma in preoccupante crescita, in Slovenia).
ICS ricorda che l’oscura pagina delle riammissioni “informali” rappresenta una ferita aperta che ha portato all’attenzione internazionale la gravità dei fatti che sono accaduti a Trieste e che non si devono più ripetere.