Idroelettrico: Gruppo Pd, si ascoltino sindaci su grandi derivazioni
«L’appello di sindaci e comitati a fare tutto il possibile per accelerare l’attuazione della legge sulle grandi derivazioni idriche a uso idroelettrico non va sottovalutato. L’approvazione unanime della legge votata nel 2020 oggi non ha ottenuto lo stesso interesse di allora da parte del centrodestra che, con la sua scarsa partecipazione alle audizioni, ha dimostrato una preoccupante disattenzione». Lo affermano i consiglieri regionali Nicola Conficoni, Andrea Carli e Massimo Mentil (Pd) a margine della seduta della IV commissione riunita per l’audizione sulla tematica dei rinnovi delle concessioni idroelettriche. «A fronte della positiva condivisione di tutto il Consiglio sulla attesa norma che regionalizza l’assegnazione delle concessioni scadute – sottolinea Conficoni – dobbiamo registrare una perdurante incertezza sui tempi di attuazione, vista l’azione di interdizione da parte dei gestori che con i loro ricorsi cercano di guadagnare tempo e una sponda da Roma per evitare di arrivare alle gare. A maggior ragione perché anche alcuni parlamentari di Fdi hanno tentato il colpo di mano, non va abbassata la guardia, anzi il Fvg deve mettersi in sicurezza esercitando la sua Autonomia e superando il sistema delle proroghe». Secondo Carli, che evidenzia a sua volta come l’audizione sia stata «poco frequentata dai consiglieri di centrodestra, come se fosse una questione che riguarda solo chi è sulle barricate», l’attenzione va rivolta a tutto il territorio: «l’auspicio è che questo percorso possa far sì che finalmente la gestione del bene acqua possa portare benessere e vantaggi per le nostre comunità, anziché per i concessionari, come avvenuto per decenni. Il timore è che questo benessere non sia equamente distribuito, creando una montagna di serie A, quella che ospita i bacini idrografici, e una montagna di serie B che questi bacini non li ospita. La speranza è quindi che le risorse abbiano dunque una distribuzione più equa possibile a prescindere dal fatto che si ospitino o meno dei bacini». Sulla stessa linea il consigliere Mentil: «il territorio montano ha l’assoluta esigenza di essere tutelato sulla questione idrica. La necessità è di evitare un continuo impasse tra una legge che è stata definita buona per come è stata costruita e partecipata, e i decreti attuativi per la sua messa in atto. La Regione deve quindi accelerare il processo di messa in atto e come atto successivo deve garantire una tutela diffusa alle comunità sugli interessi idroelettrici, che non devono essere a favore dei concessionari. Vanno poi evitate sperequazioni sui territori proprio per garantire a tutti la possibilità di crescita, senza creare valore da una parte e disvalore dall’altra».