Il Comitato per la Salvaguardia del territorio di Premariacco protesta contro il progetto di ampliamento della discarica di Firmano
Con una nota il Comitato per la Salvaguardia del territorio di Premariacco e Cividale del Friuli manifesta rabbia e indegnazione nel venire a conoscenza che è stato presentato un progetto di ulteriori 350.000 metri cubi, 170.000 per svuotare la vecchia Aspica, in totale abbandono da quasi 20 anni e altri 180.000 di nuova realizzazione.
“Questa iniziativa, si legge nella nota, viene proposta per cercare di risolvere l’inquinamento in atto dal 1999, riscontrato dall’Arpa dopo un prelievo in un pozzo realizzato da un abitante della zona; è vergognoso che son trascorsi 20 anni, e chissà quanto ancora, per risanare il danno ambientale denunciato dal nostro comitato in oltre 30 anni di battaglie, incontri pubblici, denunce su gestioni irregolari e molto altro; ci siamo scontrati prima con il sindaco Franco Delle Vedove che non voleva riconoscere il problema causato dalle tante e nuove discariche, poi con Paolo Cecchini che ci accusava di fare allarmismo e strumentalizzazione politica,
E’ dal 1999 che era stato chiesto, prima al sindaco Rocco Iericitano e poi all’attuale sindaco Roberto Trentin che l’Amministrazione Comunale organizzasse degli incontri pubblici per informare la popolazione del danno ambientale in atto e delle iniziative predisposte dall’ente pubblico; a queste richieste avevano fatto seguito promesse mai mantenute !!!! Voler riaprire una discarica non impermeabilizzata e gestita in malo modo (bisogna ricordare che alcuni dipendenti della Provincia di Udine sono stati messi sotto inchiesta per i mancati controlli) vuole dire svuotarla e trasferire i materiali ad un km di distanza con odori insopportabili, caso unico in Italia, che costringerà l’evacuazione dell’abitato di Firmano e zone limitrofe; rischio già fatto presente nel 2000 all’allora sindaco Paolo Cecchini. Giova ricordare anche che il 18 ottobre de 2016 è stato emesso un Decreto Regionale per una modifica sostanziale dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per l’esercizio, da parte della Società GESTECO S.p.A., sita in Località Mus nel Comune di Cividale del Friuli (UD) per un ampliamento della discarica di ancora 120.000 mc di rifiuti non pericolosi.
Dopo quasi trent’anni di lotte contro alcune gestioni irregolari di alcune discariche della zona che aveva portato ad avviare vari procedimenti giudiziari , anche con sequestri di alcuni impianti con conseguenti processi che hanno portato a risultati deludenti con situazioni che hanno portato, per numerosi anni, a mettere a rischio la salute della popolazione locale, ci sentiamo presi in giro con questa nuova autorizzazione.
Dopo aver manifestato nei due comuni interessati, Premariacco e Cividale del Friuli, davanti alla Provincia di Udine e della Regione Friuli V.G. , fatto numerosi incontri pubblici per informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi e danni ambientali si era arrivati alla costituzione di una Commissione provinciale costituita con atto del 31 dicembre 1997 per realizzare il Progetto “Firmano pulita”con un finanziamento regionale di 2 miliardi di Lire; tale iniziativa avrebbe dovuto studiare e valutare lo stato del territorio e dell’ambiente ad est dell’abitato di Firmano e di elaborare un piano di monitoraggio e risanamento ambientale a tutti i livelli (falda, suolo, aria, rumore,ecc) ed in un secondo luogo di indicare ai Comuni le più opportune norme ed idee, da inserire eventualmente nei propri strumenti urbanistici, al fine di valorizzare i territorio. Questo progetto vincolava il territorio al recupero dello stesso, vietando la realizzazione di nuove e/o ampliamenti delle discariche esistenti. Erano state avanzate proposte fantasiose quali la realizzazione di campi di golf, aree pic-nic e impianti sportive per la 3°età, strutture di servizio attività sportive varie, un bosco tematico, piste ciclabili, sci nautico ecologico con pesca sportiva, alberghi e/o attività commerciali, ecc di tutto questo nulla è stato fatto. Una grande rabbia e amarezza di come i cittadini sono stati calpestati, illusi e presi in giro dopo trent’anni di lotte a difesa della salute e dell’ambiente”.