Il consigliere del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg Enrico Bullian interviene contro le discriminazioni verso gli stranieri nei bandi pubblici
«Non è per nulla ragionevole ed equo quanto sta avvenendo sul tema dell’assegnazione degli alloggi ATER e del bonus tagliaffitti», afferma Enrico Bullian, consigliere regionale del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg. Dopo aver perso nei precedenti due gradi di giudizio, dovendo peraltro corrispondere al pagamento delle spese processuali, ora la Regione Friuli-Venezia Giulia ricorre fino alla Cassazione. «Non è ragionevole – spiega Bullian – perché appare improbabile un ribaltamento completo delle due sentenze precedenti, che, come ha rilevato il legale difensore della quarantina di stranieri, Riccardo Cattarini, rappresentano quella che in gergo gli avvocati chiamiamo “doppia conforme”, cioè due sentenze che avvallano il medesimo orientamento. Non è equa perché chiede documentazione aggiuntiva da presentare solo agli stranieri, dunque sulla base di una discriminazione legata alla nazionalità di provenienza. Solo garantendo anche i diritti alle famiglie di lavoratori stranieri, potremmo pensare a migliori attività volte all’inclusione e al rispetto dei doveri di cittadinanza nel contesto in cui ora vivono ovvero di una Repubblica democratica e laica, parte dell’Unione Europea. Se sono le istituzioni le prime a discriminare parte dei residenti e dei lavoratori su un territorio, si creano le condizioni per una esasperazione dei rapporti, che non giova a nessuno. Come rilevato dall’avvocato Cattarini, fra l’altro, le istituzioni coinvolte rischiano di spendere più risorse nella prosecuzione di queste cause di quante ne destinino per versare il dovuto ai richiedenti. Sono solidale all’avvocato Cattarini e ai ricorrenti, perché, in fin dei conti, stanno portando avanti una battaglia di civiltà che travalica l’interesse specifico e richiama invece il valore generale dell’articolo 3 della Costituzione secondo cui tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali».