Il Friuli lamentoso guarda al triestino Patuanelli ministro con invidia. Intanto il Governo Conte 2 nella prima seduta boccia la legge 9 del Fvg perchè incostituzionale
La competizione fra Udine e Trieste, o meglio fra il Friuli e Trieste, è cosa vecchia, alimentata negli anni da un campanilismo spesso stupido quanto dannoso che ha provocato molti danni e la nascita di “movimenti” che hanno basato le loro fortune su una sorta di sovranismo molecolare che spesso poco aveva a che fare con fattori storici e culturali che diventavano la foglia di fico dietro la quale nascondere biechi egoismi. Una logica di confine patrio spinto fino all’estrema frammentazione usando argomenti come la lingua e una rilettura della storia “pro domo propria”. Un fattore che ha avuto la conseguenza di indebolire, non tanto o non solo l’unità regionale del Fvg, ma la sua capacità competitiva rispetto, ad esempio, al vicino Veneto, altra patria del sovranismo regionale che nel proprio delirio di autonomia non vede l’ora di smantellare quello degli altri. Anche oggi si è scritta una pagina abbastanza ridicola del ben pensare alla friulana e lo si è fatto addirittura sulla formazione della nuova maggioranza nazionale. Motivo della querelle la mancanza di un friulano nel Governo Conte due. Il quotidiano udinese Messaggero Veneto commentando la nascita del nuovo esecutivo non ha trovato di meglio che lamentarsi del fatto che non vi è alcun ministro friulano, mentre Trieste vede il pentastellato Stefano Patuanelli niente poco di meno che Ministro dello Sviluppo economico. Potremmo ricordare che l’ultimo titolare di dicastero proveniente dal Friuli, Giorgio Santuz, non diede proprio il meglio di se, erano gli anni 80, se non successivamente nelle aule di tribunali nelle quali si dovette difendere per brutte storie di tangenti e danni erariali. Ma storia “patria” a parte preferiamo ricordare che le rivendicazioni localistiche hanno spesso le gambe corte e sono figlie di una concezione che definiremmo troglodita del rapporto fra società e politica. Certo è difficile digerire e smaltire il veleno assorbito negli ultimi 15 mesi e per qualcuno, anche nelle redazioni, smaltire la delusione di aver visto il proprio “capitano” e magari nuovo sponsor, non solo sbagliare una mossa tattica in maniera incredibile, ma poi comportarsi come il peggior codardo, cercando maldestramente di tornare sui propri passi e addirittura, pur di non perdere la poltrona, proporre resa e premierato all’ex socio di contratto diventato nemico e poi, per bisogno, nuovamente simpatico. Così è evidente che c’è voglia di avvelenare i pozzi e in Friuli lo si fa agitando la bandiera dello “sgarro” romano subito in favore della odiata Trieste. E’ sorprendente fra l’altro che questo avvenga mentre la città di Udine, capitale del Friuli, sembra destinata ad una progressiva decadenza e non certo per colpa giuliana, avendo perso la propria vocazione emporiale in favore della strasbordante attività della grande distribuzione nell’interland e la vocazione culturale grazie al palese oscurantismo, calato per volontà politica precisa, sulle attività culturali, ridotte alle bellezze del localismo paesano. Il tutto ovviamente nella logica che “sagra” è grande cultura perchè così vuole il popolo, pardon, la Plebe che riempie gli stand gozzovigliando fino a tarda notte. Ma tutto questo avviene anche perchè, se Sparta piange non è che ad Atene si ride. Del resto anche chi è amministrativamente alla guida delle Regione, sia nella componente friulana e che in quella triestina, non sembra davvero all’altezza dei compiti, dato che più che al governo dei territori, si è dedicata per lo più a soddisfare i desiderata dell’ormai decaduto ministro degli interni. Ma di una cosa potranno essere fieri Fedriga Riccardi &c, nella prima seduta del neonato Governo Conte Due è stato deciso di impugnare la legge della Regione Friuli Venezia Giulia n. 9 del 08/07/2019, recante “Disposizioni multisettoriali per esigenze urgenti del territorio regionale”, in quanto numerose disposizioni sul tema immigrazione e non solo, si legge nella nota del Governo, sono risultate eccedere dalle competenze Statutarie della Regione. In particolare: alcune norme violano la competenza esclusiva statale in materia di tutela dell’ambiente, di cui all’articolo 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione; talune disposizioni in materia di immigrazione appaiono discriminatorie, in contrasto con i principi di cui all’articolo 3 della Costituzione (Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali…) e in violazione della competenza esclusiva statale nella materia di cui all’articolo 117, secondo comma lettera b) della Costituzione (tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali); una previsione in materia di strutture di primo intervento sanitario risultano in contrasto con previsioni statali espressione della competenza in materia di livelli essenziali delle prestazioni e costituenti principi fondamentali in materi di tutela della salute, in violazione dell’articolo 117, secondo comma lettera m) (determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale); e terzo comma della Costituzione; infine altre norme, riguardanti il rapporto di lavoro del personale regionale, invadono la materia dell’ordinamento civile, in violazione dell’articolo 117, secondo comma, lettera l) ) (Giurisdizione e norme processuali; ordinamento civile e penale; giustizia amministrativa) della Costituzione, ponendosi altresì in contrasto con le disposizioni statali volte a costituire principi generali di coordinamento della finanza pubblica, in violazione dell’art. 117, terzo comma, della Costituzione. Insomma una bocciatura su tutta la linea. Certo alla fine deciderà la Corte Costituzionale ma viene da chiedere perchè, prima di iniziare un braccio di ferro con lo Stato, non si cerchi preventiva mediazione che con il Governo Conte/Salvini, ci poteva di certo essere anche sui temi dell’immigrazione così come sugli altri, dato che il dossier di bocciatura odierna è stato ereditato e non è certo frutto del cambio di maggioranza ne delle scelte del neo Ministro alle Autonomie Francesco Boccia, come velenosamente qualcuno suggerisce, ma del fatto che i provvedimenti erano e sono in odore di incostituzionalità perchè fatti male. Ma forse era faticoso concordare con lo Stato, meglio far leggi propaganda, non serve se alla fine sono inefficaci e decadranno, l’importante è che raccolgano estemporaneo consenso.
Fabio Folisi