Il gruppo Burgo cede la cartiera del Timavo alla multinazionale britannica Mondi

Il Gruppo veneto Burgo tra i principali produttori e distributori europei di carte grafiche e speciali cede lo stabilimento di Duino (Trieste) alla multinazionale  Mondi.  Burgo con questa cessione fanno sapere dal Veneto  “rafforza così il suo piano strategico focalizzando le risorse sullo sviluppo di prodotti ecosostenibili in sostituzione di quelli a base fossile e sul mantenimento dell’attuale leadership sulle carte grafiche”. Lo stabilimento di Duino, in accordo a quanto stipulato con Mondi, continuerà la produzione di carta patinata con legno per tutto il 2023 garantendo il servizio ai clienti. Burgo Group si occuperà della commercializzazione. L’operazione, fa sapere Mondi, dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno, col via libera dell’antitrust. La Mondi PLC, multinazionale leader a livello mondiale nel packaging e nell’industria cartiera, ha annunciato l’intenzione di acquisire per 40 milioni l’intero stabilimento (in questi giorni chiuso per ferie a causa della mancanza di personale, fanno sapere fonti sindacali). L’operazione non riguarda invece l’altro impianto Burgo in regione, quello di Tolmezzo. L’intenzione, fa sapere Mondi, sarebbe di trasformare – con un investimento di 200 milioni – l’attuale produzione dal patinatino al cartone per imballaggi, per arrivare a produrne 420 mila tonnellate l’anno dal 2024. Mondi (già proprietaria in regione dello stabilimento Gradisac di Gradisca) avrebbe rilevato le linee produttive attualmente presenti nell’impianto di Duino, con i relativi macchinari — uno dei quali in realtà  fermo dopo i licenziamenti del 2019. L’offerta avrebbe battuto quella avanzata dalla tedesca Progroup, che già in passato aveva manifestato interesse per le cartiere del Timavo. Un’acquisizione che Mondi ha motivato con la posizione strategica della cartiera di Duino, baricentrica tra la Turchia e la Mitteleuropa, e dotata di un adeguato sistema infrastrutturale e portuale. Questi ultimi giudizi dovrebbero mettere al riparo, almeno in teoria, da future sorprese.  Non contrari all’operazione i sindacati che vedono gli investimenti come una opportunità di sviluppo, ma il giudizio resta sospeso perchè, spiegano i sindacati, occorre capire nei dettagli quale sarà il piano industriale per il rilancio.