Il neo cittadino onorario di Udine scommette sul business post bellico: La guerra in Ucraina si trasformerà in affari positivi
Il 30 gennaio scorso il Consiglio comunale di Udine ha conferito a Gianpietro Benedetti, presidente e amministratore delegato del gruppo Danieli, la cittadinanza onoraria “in segno della sentita riconoscenza e della più alta stima”, come si legge nella mozione approvata dall’aula e sulla pergamena del ‘diploma’. Tra le motivazioni, “l’eccellenza raggiunta nel settore imprenditoriale e per il contributo offerto allo sviluppo economico e alla promozione sociale del Friuli, e il generoso contributo alla realizzazione di interventi di conservazione e restauro di monumenti storici e riqualificazione del tessuto urbano, specie a vantaggio delle giovani generazioni”. Fin qui nulla di male, le cittadinanze onorarie, come spesso le lauree ad honorem, sono strumento che rimescola le carte fra poteri diversi, e, alla fine sono funzionali solo alle foto opportunity. Tuttavia la notizia ha suscitato qualche perplessità, non perché Giampietro Benedetti “gran mogol” della Danieli di Buttrio, non sia un valente manager, ma proprio perché il riconoscimento viene dopo le generose elargizioni alla città per interventi di riqualificazione sul patrimonio storico e culturale. I più maliziosi hanno pensato che il riconoscimento fosse stato in qualche modo un compenso e il paragone era andato addirittura al 1515 quando papa Leone X, per pagare la costruzione della basilica di San Pietro a Roma, decise di vendere le indulgenze. Ma in questo caso non è così, lo è forse per il Sindaco Fontanini alla ricerca spasmodica di visibilità elettorale, non certo per Benedetti che con le sue dichiarazioni ha fatto fugare ogni dubbio. Forse per timore di essere considerato un filantropo buonista, rovinando quell’immagine di ruvido capitano d’industria che incute timore dall’alto dei suoi giochi miliardari, Benedetti si è affrettato a spiegare che si è trattato di puro “do ut des” anche se con una nota di romanticismo: “Il motivo per cui abbiamo guardato con particolare attenzione alla città nel suo insieme, è certamente l’affetto, ma ci sono anche motivi aziendali. Spesso invitiamo a Udine persone che provengono da ogni parte del mondo e il fatto che ricevano dalla città una generale impressione positiva non è un fatto insignificante, perché chi deve commissionare impianti che possono costare dai 100 ai 500 milioni di euro, associa istintivamente la dignità dell’ambiente in cui si trova alla possibile qualità del lavoro, alla credibilità dell’azienda, che è legata al contesto sociale e culturale in cui l’azienda cresce. Questo riconoscimento è impegnativo – ha concluso Benedetti – e lo sento come uno stimolo a fare ancora di più e di meglio per bilanciare il dare e l’avere e continuare a mantenere la nostra città carina, bella e vivibile”. Insomma un bel “tagliando primavera” di filantropia interessata. Noi non avevamo dubbi, perché sappiamo che ad un certo livello imprenditoriale non si fa nulla per nulla. L’ulteriore dimostrazione di quanto Benedetti sia un businessmen d’alto rango, è arrivata a stretto giro ieri, quando lo stesso Benedetti, nelle vesti di presidente di Confindustria Fvg, commentando i dati economici Istat ci ha elargito una surreale cinica chicca. Una dichiarazione di real economy in libertà, involontaria ma comunque sicuro che nessuno avrebbe proferito parola. Queste le testuali parole di Benedetti che commentava i dati macroeconomici: “ L’altra variabile rimane il costo dell’energia che, come anticipato negli scorsi mesi, è previsto in forte calo. È possibile ritenere che oramai il tema Ucraina influisca molto poco sul costo dell’energia, che fluttuerà secondo leggi di mercato. L’Ucraina in prospettiva offrirà, nel breve, grandi opportunità alle aziende europee per la ricostruzione, trasformandosi in un evento positivo. Per concludere, 12-18 mesi con l’economia che si prepara a ‘riscaldare i motori’ per cogliere le nuove opportunità”. Insomma la sanguinosa guerra in Ucraina, mentre tuona il cannone e le carni di uomini donne e bambini vengono maciullate, diventa business futuro. Il dramma è che probabilmente ha ragione lui.
Commento di Confindustria Fvg sui dati macroeconomici locali, nazionali ed internazionali