Il sindaco di Palmanova critica i provvedimenti sul terzo mandato: “Sugli enti locali riforme ad orologeria per esigenze elettorali”
“Non c’è niente da festeggiare, nessuna vittoria della democrazia partecipata e del buon senso come l’ha definita l’assessore Roberti, ma solo un mero calcolo elettorale maturato tutto all’interno del centro-destra per raffazzonare un provvedimento ad orologeria che ricalca le esigenze della maggioranza rispetto alla mappa dei Comuni che andranno al voto il prossimo maggio”.
Così il Sindaco di Palmanova, Francesco Martines, critica la norma che estende il terzo mandato ai sindaci dei Comuni fino a 2000 abitanti e la riduzione dei consiglieri da 12 a 10 nei Comuni sotto i 1000.
“Era stata promessa una riforma ampia degli enti locali e del relativo sistema elettorale e invece ci troviamo di fronte a brandelli di interventi normativi, ai quali seguiranno altri correttivi in funzione delle prossime tornate elettorali amministrative” afferma Martines, che aggiunge “un po’ misera come veduta politica per chi si è vantato al Consiglio delle Autonomie Locali di voler fare riforme che durino nel tempo ben oltre il termine di un mandato”.
“Anzi, proprio il fatto che non siano stati consultati, né il CAL né l’ANCI, su temi che investono direttamente gli enti locali è un elemento grave, la prova che il provvedimento si ispira a logiche politiche e non di condivisione istituzionale con gli amministratori e il territorio. Eppure la possibilità di fare un ragionamento ampio che coinvolgesse anche l’opposizione per raggiungere una riforma equilibrata ed utile ai cittadini c’era tutta. Lo dimostra l’approvazione della mozione del consigliere Furio Honsel sui compensi agli amministratori”.
La proposta di Martines (che sul tema conferma ancora una volta di non avere alcuna intenzione di candidarsi a Sindaco per la terza volta) è di “garantire davvero democrazia ristabilendo pari dignità e uguaglianza tra consiglieri regionali e Sindaci. Come? Via ogni limite di incandidabilità per i sindaci che vogliono correre per il Consiglio regionale, esattamente come accade per i Sindaci o i consiglieri che vogliono correre in Parlamento; terzo mandato per tutti i Comuni, di qualunque dimensione, ruolo più significativi ai consigli comunali (oggi le opposizioni contano poco e niente!), riequilibrio dei compensi ai Sindaci proporzionato alle effettive responsabilità penali e civili, responsabilità che non sussistono in capo ai consiglieri regionali le cui indennità di carica sono uno schiaffo al buon senso”.